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Intelligenza artificiale, vantaggi e rischi

Le imprese credono nelle nuove tecnologie, ma solo una su venti le ha già implementate in modo strutturato secondo un report di Bcg

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L’intelligenza artificiale riscontra tra le aziende un alto interesse, ma ha un tasso di penetrazione ancora contenuto. E’ questo il quadro che emerge da un report globale realizzato da The Boston Consulting Group con MIT Sloan Management Review. La maggioranza degli oltre 3.000 manager intervistati (85%) crede che le nuove tecnologie consentiranno alla propria società di creare nuove linee di business e mantenere un vantaggio competitivo. Un’opportunità dunque più che un rischio: soltanto quattro intervistati su dieci sono preoccupati delle possibili conseguenze negative dell’utilizzo di queste nuove tecnologie. Si tratta tuttavia di un entusiasmo che non trova riscontro nella realtà: ad oggi nel mondo soltanto un’impresa su venti ha progetti complessi basati sull’intelligenza artificiale, e appena il 20% ha implementato processi limitati a piccole aree di business. Una possibile spiegazione è che l’applicazione di queste tecnologie richiede una riorganizzazione profonda su diversi fronti: sarà necessario, dal punto di vista tecnico, predisporre un sistema di gestione dei dati adeguato, che consenta agli algoritmi di imparare ed evolversi in maniera autonoma in base alle esperienze precedenti. Serviranno inoltre, per limitare i possibili problemi conseguenti a data breach o perdita di informazioni, database con più backup ma allo stesso tempo integrati, in grado di dialogare tra loro. Una fase delicata sarà quella della riorganizzazione delle risorse umane, anche se - nonostante gli allarmismi diffusi che paventano una sostituzione totale della forza lavoro “tradizionale” con le macchine - meno della metà delle imprese (47%) si aspetta di ridurre il personale nei prossimi cinque anni. 

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