Insurance Trade

Guida autonoma: nuove frontiere, tante incognite

Riuniti a Londra stakeholder da tutta Europa, per trovare una strada comune

Watermark 16 9
Come si sta preparando il comparto assicurativo all’esplosione della driving automation? Gli operatori sono in grado di offrire soluzioni adeguate? E’ una domanda, non più rinviabile, che coinvolge l’intera compagine della motor insurance europea, riunitasi a Londra il 19 e 20 aprile per una due giorni di confronto organizzata da TU-Automotive. Tra gli esempi virtuosi in materia di telematics e assicurazione auto c’è proprio l’Italia, come ha spiegato Steve Hales, head of connected insurance del gruppo Generali. Dal 2012 al 2015 le autovetture con una scatola nera a bordo sono aumentate nel nostro paese di quasi il 50% ogni anno, passando dal 4,4% al 13,7% del totale, con un ulteriore aumento del 18% nel 2016. I dati raccolti vengono utilizzati per profilare con più precisione gli utenti, che ricevono un periodico feedback sulle proprie prestazioni alla guida, un servizio offerto con l’obiettivo di incoraggiare comportamenti più virtuosi. La prossima frontiera sarà quella di integrare nella rete anche gli smartphone.
Si sta dunque profilando un sistema che, secondo Colin Smithers, amministratore delegato e fondatore di Redtail Telematics (azienda produttrice di software per il settore automotive), permetterà di modellizzare con più precisione i rischi e di massimizzare il ritorno degli investimenti. Approfondire il comportamento dei guidatori e misurare così gli accumuli di rischio consente di bilanciare i premi assicurativi, mentre poter intervenire a distanza tramite i device mobili rende la gestione sinistri più semplice e aiuta a smascherare eventuali tentativi di frode. Gli operatori del settore assicurativo, per restare competitivi, dovranno elaborare nuove soluzioni già prima che il mercato le richieda. Nascono così modelli di business alternativi, come ha raccontato Nikos Antimissaris, ceo Emea di Mapfre, compagnia che sta passando da un’offerta b2c ad una b2b, rivolgendosi non più ai clienti finali ma ai produttori di automobili, proponendosi come partner di servizi. Si baserà invece su tariffazione chilometrica e semplicità di interazione con la compagnia l’offerta dell’inglese Metromile, presente con il ceo Dan Preston, che negli ultimi anni, grazie ai mobile device, ha aumentato il tasso di fidelizzazione di quasi il 15%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Articoli correlati

I più visti