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Il futuro del credit score nelle assicurazioni

Cresce, ma non abbastanza, l’interesse delle compagnie per l’uso delle informazioni creditizie e pubbliche

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Sono stati presentati ieri, all’interno di un workshop all’Università Cattolica di Milano, i risultati della ricerca L'impiego delle informazioni creditizie e pubbliche nel contesto assicurativo, condotta da Cetif e Crif per verificare quanto (e come) le compagnie utilizzino questo tipo di dati in fase di pricing, assunzione e gestione del sinistro. Il quadro che ne emerge è quello di settore che sembra sensibile alla novità, ma che appare ancora in ritardo. “Solo l’11% delle compagnie intervistate utilizza queste informazioni in maniera intensiva”, ha commentato Chiara Frigerio, segretario generale di CeTIF. “Il 33% - ha aggiunto – non prevede di utilizzarle, mentre il resto del campione si divide fra valutazioni, prototipi e progetti pilota”.

Se in Italia l’uso di queste informazioni è ancora un territorio inesplorato, all’estero, come hanno ricordato il prof. Gian Paolo Clemente e Pier Paolo Borgia, senior director di Crif, il loro utilizzo è ormai prassi consolidata. Un passo verso un possibile maggior impiego di queste risorse (e, in un’ottica futura, dei big data) arriva dall’Ania, che sta predisponendo una banca dati su tutti i sinistri pregressi, avvenuti su qualsiasi ramo: “In questo modo – ha spiegato Massimo Treffiletti, dirigente responsabile servizio Card accordi associativi antifrode di Ania – in fase di assunzione, con pochi clic le compagnie potranno visionare la storia assicurativa del cliente”. Un progetto che, ha ammesso, sarà possibile soltanto attraverso una maggior collaborazione fra pubblico e privato, con un coinvolgimento di Ivass, magistratura e forze dell’ordine. 

Il workshop si è chiuso con una tavola rotonda, moderata dal prof. Nino Savelli, docente della Facoltà di scienze bancarie, finanziare e assicurative dell’Università Cattolica, sul ruolo delle informazioni creditizie e pubbliche in fase di pricing. Un impiego che, secondo Alessandro Di Giovenale, responsabile attuariato e sviluppo prodotti di Ergo Assicurazioni/Darag Italia, potrebbe essere utile ma non fondamentale in fase di pricing: “Il loro uso – ha commentato – è molto più importante in fase di profilazione della clientela e perfezionamento dell’offerta a livello individuale”. Di diverso avviso gli altri partecipanti: Massimo Longinotti, head of actuarial services di Generali Global P&C Retail, ha evidenziato come il ricorso a tutte le informazioni disponibili resti fondamentale per ottenere una tariffazione congrua dei prodotti, mentre Roberto Vona, responsabile delle tariffe auto banche di Cattolica, ha sottolineato l’utilità di questo tipo di informazioni per i canali come la bancassicurazione e la vendita online, che non dispongono di un gran numero di dati.

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