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Processo Fonsai, condannato Salvatore Ligresti

Il tribunale di Torino ha inflitto sei anni di reclusione, cinque anni alla figlia Jonella. Condannato anche l’ex ad Fausto Marchionni

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A conclusione del processo sul filone torinese della vicenda Fondiaria-Sai, il tribunale di Torino ha condannato Salvatore Ligresti a sei anni di reclusione e sua figlia Jonella Ligresti a cinque anni e otto mesi. I due ex patron della compagnia sono stati condannati anche al pagamento di una multa rispettivamente di 1,2 milioni di euro e di 1 milione.
Si chiude in questo modo, dopo oltre due anni e mezzo di udienze, il processo relativo a quello che il pubblico ministero Marco Gianoglio ha definito “un fatto di gravità eccezionale”: la sottovalutazione di una voce del bilancio della vecchia compagnia assicuratrice, la riserva sinistri, che secondo l’accusa permise ai Ligresti di intascare milioni di euro di dividendi illeciti, danneggiando al tempo stesso gli azionisti.
Il sostituto procuratore Marco Gianoglio aveva chiesto per entrambi la condanna a sette anni e tre mesi, oltre al pagamento di una multa di due milioni di euro ciascuno, per i capi di imputazione di falso in bilancio aggravato dal grave nocumento e aggiotaggio sotto forma della falsa informazione ai mercati, relativamente ai bilanci di Fonsai nel periodo 2008-2011.
Sono state inflitte condanne anche all’ex amministratore delegato Fausto Marchionni (cinque anni e tre mesi, più una multa di 700 mila euro). Assolto invece l’altro ex-manager, Antonio Talarico. Il terzo manager imputato, Emanuele Erbetta, ha concordato con la procura il patteggiamento, sul quale la corte si esprimerà il prossimo 25 ottobre. Condannato a due anni e mezzo anche l'attuario Riccardo Ottaviani, mentre è stato assolto il revisore dei conti Ambrogio Virgilio.
I condannati sono chiamati anche a risarcire in solido, insieme a UnipolSai ed Ernst&Young, le parti civili, tra cui Consob e Mediobanca, per una cifra da definire in sede civile. Per i due Ligresti e per Marchionni è stata stabilita inoltre l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per due anni. Il tribunale, che ha riconosciuto agli imputati le attenuanti generiche e ha mantenuto il sequestro conservativo su 10 milioni di euro, ha ora 90 giorni per depositare le motivazioni della sentenza.
Gli imputati, che erano stati arrestati nel luglio 2013, sono accusati di aver occultato ai mercati un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni, la cui mancata comunicazione avrebbe danneggiato almeno 12mila risparmiatori in vista degli aumenti di capitale avvenuti dopo il 2010. Secondo gli inquirenti, inoltre, la sottovalutazione della riserva sinistri ha consentito negli anni di distribuire utili per oltre 253 milioni a Premafin, allora controllante di Fondiaria-Sai. Tutti gli imputati hanno sempre respinto le accuse.
Nell’ambito della stessa inchiesta, iniziata tre anni fa, la secondogenita di Salvatore Ligresti, Giulia, ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione, mentre nel dicembre scorso il terzogenito Paolo Gioacchino è stato assolto "perché il fatto non sussiste" dalle stesse accuse dal tribunale di Milano, insieme a Fulvio Gismondi, ex attuario della compagnia assicurativa, e Pier Giorgio Bedogni, dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili.


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