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Welfare, così com'è non aiuta la classe media

È il giudizio di Cittadinanzattiva che ha presentato la seconda edizione della propria ricerca sull'adeguatezza dei servizi sociali

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Le misure attualmente in vigore per sostenere la famiglia media italiana sono deboli e caratterizzate da una disomogeneità tra costi e servizi: questo andamento contribuisce all’indebolimento progressivo della classe media, divenuta il vero soggetto debole, perché stretta tra crisi economica e un sistema di welfare non più adeguato e capillare in una società mutata in modo profondo. Questo è quanto ha rilevato la seconda edizione della ricerca di Cittadinanzattiva, dal titolo "Fasce deboli e servizi pubblici locali: quali tutele per una vita sostenibile delle famiglie", realizzata in collaborazione con il programma "Gli scenari del welfare", promosso dal Forum Ania-Consumatori.   

La ricerca, presentata presso l’Istituto Luigi Sturzo di Roma in collaborazione con il Censis, ha focalizzato in particolare l'attenzione sulle risposte concrete, in termini di adeguatezza ed efficacia dei servizi pubblici locali, da dare au cittadini. La ritirata del welfare costringe le famiglie italiane a indebitarsi e a tagliare i consumi che invece dovrebbero guidare lo sviluppo. Sempre più pesanti, inoltre, sono gli oneri dei servizi pubblici locali, proprio a causa di un welfare statico e focalizzato quasi esclusivamente su pensioni e sanità. 

In questo contesto, dalla ricerca risulta che le famiglie in condizioni di povertà assoluta, nel 2015, rappresentavano il 6,1% sul totale, rispetto al 5,7% dell’anno precedente. In termini di povertà relativa l’incidenza è del 10,4%, stabile rispetto al 2014. Ma il dato è anche più preoccupante perché la povertà relativa si riferisce alla fruizione di beni e servizi e ha un impatto considerevole sui bisogni che vanno al di là della semplice sopravvivenza. 
Nel 2014, l’11,3% degli intervistati ha dichiarato di dover pagare bollette arretrate, un dato in crescita, dice la ricerca, rispetto all’anno precedente.  
Infine, le spese per l’abitazione (comprese di utenze) rappresentano il 36,1% dell’intera spesa annua media delle famiglie italiane. Molti proprietari di casa hanno lamentato la Tasi, che però dal 2016 è stata abolita.

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