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Ancma, l’Rc moto è troppo cara

L’associazione si scaglia contro il risarcimento diretto: “danneggia i motociclisti”

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Il risarcimento diretto danneggia i possessori di moto e scooter. A sostenere questa tesi è Confindustria Ancma, secondo cui questo meccanismo “fa pagare alle moto costi di altri comparti assicurativi”. L’associazione, che chiede “una modifica normativa”, denuncia “l’aumento spropositato” delle polizze assicurative, in media “superiore dell’86% rispetto alle tariffe dei principali Paesi europei”. L’associazione ha commissionato uno studio all’università Luiss Guido Carli di Roma dal quale emerge che gli extra costi per i motociclisti corrispondono “al 56% del costo di gestione del veicolo, incidendo, in media, fino al 50% del prezzo di acquisto di uno scooter”. La preoccupazione di Ancma è che “se le tariffe non caleranno sarà il mercato a essere penalizzato”. Secondo il dg di Ancma, Pier Francesco Caliani, “la copertura assicurativa pesa sul valore di utilizzo delle due ruote una cifra pari a 6,37 miliardi di euro, su un totale del valore di utilizzo del parco circolante che è di 11,2 miliardi di euro”, a cui va poi sommato “il contributo dei centauri all’erario, che è di 3,6 miliardi”.
Lo studio si è basato, tra l’altro, sui dati forniti dalla Consap, e si è avvalso di un modello matematico originale, appositamente sviluppato dalla equipe della Luiss.

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