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Swiss Re, ecco i rischi di domani

Instabilità delle economie emergenti, tassi d’interesse negativi, e frammentazione di internet: sono solo alcune delle minacce che caratterizzeranno il prossimo futuro, secondo l'ultimo report Sonar

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Prevedere il futuro con assoluta certezza è ovviamente impossibile. Ma in alcune aree, come quella dei rischi, è possibile scorgere dalla realtà gli embrioni di quelle che domani potranno rappresentare le principali minacce per le future generazioni. È ciò che ha provato a fare Swiss Re nell’ultimo rapporto Sonar, pubblicato a fine maggio. Lo studio si basa sulle analisi effettuate dall’omonimo sistema, ideato all’interno di Swiss Re per captare all’origine i segnali dei rischi che si apprestano a deflagrare nel prossimo futuro.

Aiutare le future generazioni

Il report offre molti approfondimenti sui rischi emergenti: da quelli che si stanno sviluppando di recente, a quelli il cui potenziale impatto, e la cui portata, non sono ancora stati presi sufficientemente in considerazione. Tra questi, ad esempio, lo studio si sofferma sui rischi legati all’ascesa della sharing economy (l’economia della condivisione), e alla crisi di fiducia nelle istituzioni che sta imperversando praticamente a livello globale. I rischi individuati potrebbero essere significativi tanto per i rami vita quanto per i rami danni, e sono stati presentati da Swiss Re pensando a come aiutare gli operatori del settore a prepararsi per nuovi scenari adattando i comportamenti, la condotta sul mercato e i portafogli prodotti. “Rilevare i primi segnali di minacce incombenti consente un approccio proattivo per la mitigazione del rischio, ed è un passo importante per aiutare la società nel suo insieme”, ha osservato Patrick Raaflaub, group chief risk officer di Swiss Re, aggiungendo: “la gestione del rischio non riguarda solo la gestione di quelli presenti. È importante provare ad anticipare quelli futuri per comprendere come saremo in grado di affrontarli. Alcuni di questi rischi – ha sottolineato – si riveleranno pienamente solo alle generazioni future. Ciò non significa che non dobbiamo agire oggi per ridurre l’incertezza e alleggerire la loro portata”. E i rischi che più di altri potrebbero avere un impatto negativo, secondo il report Sonar, sono tre: le difficoltà dei mercati emergenti, il prosieguo delle politiche monetarie non convenzionali, e la frammentazione di internet.

Incertezze politiche ed economiche

Secondo Swiss Re, le difficoltà e i disordini nei Paesi emergenti (si pensi, ad esempio, all’attuale grave crisi istituzionale in Brasile) potrebbero da un lato ostacolare nuovi ingressi di player assicurativi in quei mercati, dall’altro spingere le compagnie assicurative a rivedere le proprie strategie a livello mondiale, con eventuali perdite in termini di underwriting soprattutto nelle commercial lines e nelle personal lines. Sul fronte dei mercati maturi, invece, Swiss Re mette in evidenza il rischio che potrebbe nascere dal prosieguo dell’attuale politica monetaria non convenzionale, definita anche come “il grande esperimento monetario”. I costi a lungo termine dei tassi di interesse negativi e delle politiche monetarie non convenzionali, spiega il rapporto Sonar, sono ancora sconosciute, e questo potrebbe portare a una più ampia perdita di fiducia nel sistema monetario, o quanto meno impedire uno stimolo della crescita economica.

La frammentazione di internet

Il terzo dei principali rischi messi più in evidenza da Swiss Re è una minaccia di cui si possono distinguere solo i primi segnali: le reti disconnesse. Firewall, software speciali per filtrare le informazioni indesiderate e infrastrutture IT isolate e distaccate dalle reti globali sono il segnale evidente che il processo di frammentazione di internet in vari segmenti nazionali è già in corso. Secondo lo studio, le reti disconnesse potrebbero presto diventare una realtà, e il loro impatto potenziale potrà comportare, per gli assicuratori internazionali, maggiori costi e cambiamenti nei modelli di business. Fino a poco tempo fa, solo la Cina era un’eccezione in tal senso (si pensi al Great firewall nazionale). Oggi il gigante asiatico è in buona compagnia. Anche la Russia, ad esempio, pare sempre più desiderosa di separare una parte significativa delle proprie risorse web e di assumerne il controllo in maniera diretta. E molti altri Paesi hanno approvato (o si accingono a farlo) provvedimenti che hanno l’obiettivo di vietare l’utilizzo di servizi Internet stranieri. Il Brasile, per esempio, aveva palesato la ferma intenzione di voler organizzare al più presto una dorsale internet alternativa, allo scopo di non utilizzare il canale di comunicazione che, attualmente, attraversa il territorio statunitense, nella penisola della Florida. Ma anche la Germania, recentemente, ha annunciato che avrebbe provveduto, al più presto, a rendere completamente inaccessibile, dall’esterno, ogni comunicazione scambiata all’interno del Paese tra i vari dicasteri ed enti governativi tedeschi, Secondo alcuni osservatori, il web avrebbe già iniziato a sfaldarsi in vari segmenti. La probabile fase successiva potrebbe addirittura essere rappresentata da espliciti tentativi di limitare l’accesso per gli utenti di Paesi esteri, ai dati custoditi all’interno del territorio di una determinata nazione.

Sharing economy e automazione: una manodopera ridimensionata

Tra gli altri rischi emergenti che Swiss Re ha identificato, in prima fila figurano i rischi legati alla cosiddetta economia della condivisione. Il rapporto Sonar afferma, infatti, che gli assicuratori tradizionali potrebbero dover fare i conti con la pressione di nuovi player assicurativi (definiti “peer-to-peer”), in grado di raggiungere nuovi clienti nell’ambito delle dinamiche di questo tipo di economia. Inoltre, la scarsa esperienza in questo ambito potrebbe esporre gli assicuratori a modelli di pricing inadeguati per rischi ibridi. Al tema della sharing economy si lega direttamente quello del futuro del lavoro. La diffusione dell’intelligenza artificiale e della robotica, potrà dar vita a una vera e propria rivoluzione industriale digitalizzata che stimolerà la domanda di informazioni, tecnologie di comunicazione e relative coperture assicurative. Una tendenza che, spiega Swiss Re, potrebbe anche creare disoccupazione di massa, con una massiccia contrazione delle personal lines e un peso maggiore alla responsabilità di produttori e datori di lavoro: in questo, gli assicuratori potrebbero comunque trovare delle nuove opportunità.

Populismi 2.0

Un altro rischio futuro individuato dal report riguarda la crisi di fiducia dei cittadini che diffidano sempre di più di governi, grandi aziende e media tradizionali. Una dinamica molto evidente a livello globale, che politicamente si riflette, in molti Paesi del mondo, nel successo alle elezioni di forze populiste e anti-sistemiche. Per Swiss Re, questa dinamica potrebbe estendersi anche a una sfiducia nell’assicurazione, arrivando a danneggiarne il business: clienti più ostili potrebbero rivendicare con sempre maggior frequenza risarcimenti o servizi che non spettano loro. E, restando ancora in tema di populismi, un altro rischio analizzato dal report riguarda quelle che sono definite “mobilitazioni virali senza leader”. Si tratta di tutte quelle iniziative nate dalla diffusione capillare di smartphone e social media, che consentono la propagazione virale di messaggi e inviti all’azione. Gogne mediatiche, flash mob, rivolte, pubblicità negative o forme di protesta ancora inedite rappresentano, secondo Swiss Re, rischi in grado di portare a maggiori perdite, e di generare casi di business interruption.

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