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Cyber risk, in Italia è una minaccia non percepita

Stilata da Aon Risk Solutions la classifica biennale sui primi dieci rischi percepiti in azienda

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Il cyber risk scala posizioni. Nel giro di pochi anni la percezione internazionale del rischio di attacco informatico è aumentata notevolmente: nel 2013 non compariva ancora tra i primi 10 rischi percepiti. Mentre in soli due anni si è assestato al 9° posto. E’ la fotografia scattata da Aon Risk Solutions, la branch globale di Aon plc che ha effettuato un sondaggio raccogliendo le testimonianze di 1418 managers e dirigenti appartenenti ai board di compagnie pubbliche e private di ogni dimensione in tutto il mondo. Tuttavia, se a livello mondiale cresce la sensibilità nei confronti del fenomeno, in Italia non viene ancora considerato una reale minaccia: ad oggi, infatti, non rientra nemmeno tra i 10 top rischi percepiti dalle imprese. Scorrendo la classifica della survey biennale Global risk management 2015 si scopre – e questa è una delle principali novità dell’anno – che al primo posto si assesta il danno reputazionale all’azienda nel suo complesso e al brand. Secondo i clienti globali di Aon il danno reputazionale e il danno al brand sono da classificare come due dei principali rischi che coinvolgono indistintamente tutte le parti del mondo e tutti i settori e le tipologie d’impresa.  

Analizzando le altre voci della classifica, nell’indagine si rileva che il rischio che può derivare dall’incapacità di fornire soluzioni innovative adeguate alle esigenze richieste dai clienti si è assestato al sesto posto. In prospettiva futura questa tipologia guadagnerà due posizioni arrivando al quarto posto nel 2018.  Se a ciò si aggiunge il rischio della crescente competizione (attualmente al quarto posto in classifica) si ottiene uno dei rischi più strutturati di questi ultimi anni e di quelli a venire. Il danno materiale diretto (property risk) è invece riapparso per la prima volta dal 2007 nella top 10 dei rischi globali, assestandosi in decima posizione e guadagnando ben 7 posizioni rispetto alla classifica stilata nel 2013. Al danno materiale diretto si collega il rischio di business interruption, al settimo posto nella lista 2015: negli ultimi anni, eventi meteorologici senza precedenti hanno mostrato come vi sia un filo diretto tra questi due questi rischi. 

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