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Bankitalia, compagnie hanno 250 miliardi in titoli di Stato

Raccolta vita in crescita nei nove mesi del 23% rispetto allo stesso periodo del 2012

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Le compagnie detengono 250 miliardi di euro in titoli di Stato. E' quanto ha rivelato Bankitalia nel suo rapporto sulla stabilità finanziaria. Via Nazionale conferma inoltre il buon andamento della raccolta vita (grazie soprattutto al contributo del canale bancario) che nei nove mesi cresce del 23% rispetto allo stesso periodo del 2012. La Banca d'Italia sottolinea anche una riduzione pari al 5% della raccolta nel ramo danni, soprattutto per il calo delle tariffe nel settore auto e della riduzione dei sinistri. Nel rapporto si segnala anche un ulteriore calo del rischio di liquidità. 
Tuttavia, anche se la posizione patrimoniale rimane solida e la redditivita è soddisfacente, resta alto il rischio volatilità sui titoli di Stato, per il possibile riacutizzarsi delle tensioni sullo spread. 

I dati relativi al primo semestre presentano una riduzione del Roe nel ramo vita (al 4,8%), compensata in parte dal miglioramento della redditività media nella gestione danni, dove l'indicatore ha toccato il 7%, principalmente per effetto dell'andamento positivo della gestione tecnica che si è riflesso nel continuo miglioramento del combined ratio. 
È proseguito il miglioramento, inoltre, dei corsi azionari delle compagnie italiane, che beneficiano dalla pur moderata ripresa delle attese sugli utili per azione e dall'ulteriore calo dei tassi attesi di insolvenza. "Le valutazioni sul merito di credito delle compagnie - si legge nel rapporto - elaborate dalle maggiori agenzie di rating sono rimaste invariate, ad eccezione della valutazione per le Assicurazioni Generali, rivista al ribasso nel luglio scorso da Standard&Poor's a seguito del
declassamento dell'Italia".

Sebbene gli indici di solvibilità dei rami vita e danni restano superiori ai requisiti regolamentari per la maggior parte delle imprese, in prospettiva, sostiene Bankitalia, "il nuovo sistema di valutazione delle poste di bilancio previsto nell'ambito del nuovo regime di vigilanza prudenziale per il settore assicurativo europeo (Solvency II) potrebbe indurre oscillazioni significative dei fabbisogni patrimoniali delle imprese; soluzioni a questo problema sono attualmente all'attenzione delle autorità". 
Tra i rischi principali per il settore assicurativo italiano c'è ovviamente il protrarsi dell'incertezza economica e dall'instabilità dei mercati finanziari, che, in prospettiva, potrebbero incidere sulla redditività della gestione tecnica. Anche l'istituto guidato da Ignazio Visco riconosce che "il recente intervento normativo, che ha ridotto il beneficio fiscale di cui godevano alcune categorie di polizze vita, potrà avere un impatto negativo sulla raccolta premi futura", ma l'effetto dovrebbe essere limitato vista la bassa incidenza di tali prodotti sul passivo delle compagnie. 

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