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Dati Ania: nel 2022 sono cresciuti i rami danni, ma cala il vita

I premi danni raggiungono quota 35,7 miliardi di euro grazie al non auto, mentre il business vita scende dell’11% fermandosi a 94 miliardi

Dati Ania: nel 2022 sono cresciuti i rami danni, ma cala il vita
Dopo anni di frenetica crescita, cala il mercato vita italiano, mentre cresce quello danni. È questa, in estrema sintesi la foto che emerge dalla rilevazione dell’Ania, che ieri ha diffuso i dati sulla racconta premi 2022 del mercato assicurativo italiano. Un anno complesso, spiega l’associazione in una nota, caratterizzato da numerosi fattori di incertezza che hanno influenzato il contesto economico generale, ma nel quale “le compagnie di assicurazione hanno confermato la loro solidità, con indici di solvibilità pari a due volte e mezzo i minimi di legge”.  

Riguardo alla raccolta premi, come si accennava, i premi dei rami danni, proseguendo il loro trend positivo, sono aumentati del 4,6%, raggiungendo i 35,7 miliardi di euro. La crescita, spiega l’Ania, “è da attribuirsi ai rami diversi dal ramo Rc auto (+8,2%) mentre quest’ultimo, che ha un peso ancora rilevante nel mercato assicurativo danni, ha registrato nel 2022 un’ulteriore riduzione dei premi contabilizzati (-2,1%)”. Il business vita, invece, ha risentito del difficile andamento dei mercati finanziari: i premi, pari a 94 miliardi, hanno evidenziato un calo (-11%), in particolare per quanto riguarda i prodotti linked.

Con riferimento alle imprese di assicurazione nazionali e delle rappresentanze per l’Italia di imprese extra-europee, nel 2022 la raccolta premi complessiva ha sfiorato i 130 miliardi con un calo, in termini omogenei, del 7,2% rispetto al 2021. “La diminuzione aggregata – spiega l’Ania – è il risultato dell’andamento di segno opposto dei due principali macro-comparti: all’espansione del volume della raccolta premi nel settore danni (+4,6%) si è contrapposto il calo più significativo registrato nel comparto vita (-11,0%)”. L’incidenza dei premi totali (vita e danni) sul Pil risulta perciò in calo attestandosi al 6,8% (era 7,8% nel 2021).

“Nonostante la contrazione del volume premi – sottolinea l’Ania – le polizze vita continuano a essere una delle forme più importanti di impiego per il risparmio gestito e rappresentano, in base a una stima preliminare basata su dati trimestrali della Banca d’Italia, circa il 16% dello stock di attività finanziarie delle famiglie italiane”.

Le rappresentanze di imprese europee che operano in Italia in regime di stabilimento (campione rappresentativo del 90% del mercato vita e danni) hanno invece registrato nel 2022 una lieve crescita dei premi contabilizzati (+2,4%). Il marcato aumento dei premi del settore danni (+15,3%) ha più che compensato la contrazione del volume premi del settore vita (-13,9%). Con un volume premi (per il campione di imprese rilevato) pari a 9,2 miliardi, le rappresentanze di imprese europee incidono per oltre il 6% della raccolta premi totale.

Le imprese che operano in libera prestazione di servizi (Lps), facenti parte di gruppi assicurativi Ivass che hanno aderito alla rilevazione (la quasi totalità) hanno contabilizzato oltre 7,1 miliardi di premi registrando un decremento di oltre il 40% rispetto al 2021.

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