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Lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Italia

Uno studio promosso da IIA e EY mette in evidenza le sfide poste dall’elettrico alle compagnie assicurative ma anche le opportunità per il settore

Lo stato dell’arte della mobilità elettrica in Italia
La mobilità elettrica in Italia sta evolvendo e l’offerta assicurativa deve necessariamente adattarsi ai cambiamenti legati ai nuovi macro-trend di sostenibilità ambientale, multi-modalità degli spostamenti e svincolo dalla prerogativa di possesso rispetto alle nuove modalità di sharing e noleggio a lungo termine.

È quanto emerge dallo studio Move to the future: E-mobility on its way, realizzato dall’Italian Insurtech Association (IIA) e EY, in collaborazione con Ima Italia Assistance e FairConnect con l’obiettivo di mappare lo stato dell’arte e l’evoluzione della mobilità elettrica in Italia e di evidenziare le sfide poste dall’elettrico alle compagnie assicurative ma anche le opportunità per il settore derivanti da una sempre maggiore diffusione di questi veicoli. Il campione intervistato comprende tutti i principali player assicurativi in Italia attivi nel mondo motor e dell’assistenza stradale (ramo 18), oltre ad altri protagonisti di rilievo per il mondo dell’auto e della micromobilità elettrica.

Secondo lo studio, il 71% delle compagnie intervistate include già nella propria offerta prodotti assicurativi specifici per la e-mobility, mentre un ulteriore 23% ne sta valutando l’introduzione. A dominare il settore nei prossimi anni saranno l’embedded insurance e la mobility-as-a-service. Queste due tipologie di prodotti sono visti come i più promettenti dal 71% del campione intervistato, ma soltanto il 41% e il 29% rispettivamente li includono attualmente all’interno della propria offerta, evidenziando la necessità di un intervento strategico per colmare questo gap e muoversi al passo della lenta ma ormai inesorabile avanzata dell’elettrico.

Secondo gli autori dello studio, lo scenario risulta essere piuttosto favorevole alla creazione di nuove partnership con attori altamente innovativi e specializzati. La grande maggioranza degli intervistati (88%) dichiara di aver già avviato delle collaborazioni a livello di ecosistema con altre categorie di player; spiccano in particolar modo: società automotive (65%), tech player e fornitori di dispositivi IoT (47%) e operatori di micro-mobilità (41%).

Il 76% degli intervistati include nella propria offerta prodotti legati alla micro-mobilità. In particolare, il 29% delle compagnie offre alla clientela dei prodotti ad hoc (per bici o monopattino), mentre il 47% include questa tipologia di protezione all’interno di una copertura più ampia dedicata alla ‘mobilità urbana’ nel suo complesso (RC auto standard o copertura capofamiglia). Un ulteriore 12% ha intenzione di sviluppare questa tipologia di prodotti in futuro, pur non avendoli ancora integrati nella propria offerta.

Secondo il 41% del campione, a dominare il mercato della mobilità sarà in particolar modo il trend del pay-per-use. Questa transizione, spiega lo studio, “comporterà un passaggio a nuovi prodotti assicurativi e influenzerà fortemente anche l’offerta tradizionale delle compagnie”. Ad esempio, dal punto di vista dell’andamento della raccolta media dei premi sull’Rc suto gli intervistati si dividono tra chi ritiene che la raccolta non subirà particolari variazioni (41%) e chi si aspetta un incremento nei prossimi anni dovuto alla spinta inflattiva e alla ripresa delle naturali abitudini di spostamento dopo la crisi pandemica (41%), in maniera indipendente rispetto alla progressiva diffusione dell’elettrico.

Lo studio osserva un cambiamento in atto nel mondo dell’assistenza stradale (ramo 18), “in cui gli operatori hanno dovuto evolvere rapidamente il loro modello operativo adattandosi alle specificità dell’intervento richieste dai veicoli elettrici: dal garantire la ricarica o il cambio batteria in loco, alla formazione di un ecosistema di competenze e fornitori di componentistica avanzata in grado di rispondere prontamente ai bisogni specifici e tecnologici delle auto elettriche, anche in caso di anomalie nel software. Si tratta nella maggior parte dei casi di prodotti da sviluppare ex-novo per garantire un vero vantaggio competitivo”.



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