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Italiani più consapevoli dei propri rischi

Il 55% degli intervistati dall’Osservatorio “Hybrid Lifestyle” afferma di essere diventato con la pandemia più attento alle minacce alla salute e ai beni. Per trovare una risposta alle esigenze di copertura, il 52% è disponibile ad acquistare una polizza online

Italiani più consapevoli dei propri rischi
La nuova edizione dell’Osservatorio “Hybrid Lifestyle” di Nomisma, realizzato in collaborazione con Crif, ha indagato il rapporto tra gli italiani e le assicurazioni, cercando di capire come la pandemia e la nuova maggiore propensione all’uso delle tecnologie digitali stanno influendo su un terreno di confronto che fino a poco fa era molto statico. In generale, l’Osservatorio registra un aumento della consapevolezza degli italiani rispetto all’esposizione al rischio e un progressivo avvicinamento a novità tecnologiche come le app e le formule commerciali a consumo. La ricerca è stata svolta su un campione di mille cittadini tra i 18 e i 65 anni.

Il gap di protezione italiano è evidente nell’incidenza dei premi sul Pil nazionale (1,1% rispetto al 2,8% della media dei paesi europei analizzati) e nel premio medio, che per ogni italiano è pari a 300 euro l’anno (Rc auto esclusa) rispetto ai 937 euro dei principali paesi europei. L’Osservatorio sintetizza le motivazioni del gap assicurativo in tre principali fattori: lo scarso livello di alfabetizzazione finanziaria, il grado di fiducia verso il settore assicurativo e la ridotta sensibilità al rischio che pare essere tipica degli italiani. 
Questo quadro sembra essersi modificato con la pandemia: il 43% degli intervistati si mostra più consapevole delle minacce relative alla vita privata e alla salute, una posizione percepita soprattutto dalle persone nella fascia di età 30-44 anni, mentre il 12% afferma di averne ora una visione più completa (in questo caso è più presente la fascia tra i 55 e i 65 anni). 

Rispetto alla valutazione dei rischi a cui si è esposti, 4 intervistati su 10 affermano di essere interessati a strumenti di assessment del rischio assicurativo, una consapevolezza che riguarda in genere gli uomini con un’istruzione medio-alta e con un’età compresa tra i 25 e i 54 anni, residenti principalmente nel centro Italia e nel Nord Est.

Cresce la propensione per il digitale
La pandemia ha lasciato il segno anche sull’approccio alle tecnologie digitali, con un aumento dell’interesse per soluzioni tecnologiche che possono agevolare il contatto con la compagnia assicurativa (soprattutto le app) e l’interesse per forme di copertura veloci (on demand/instant/pay-per-use) che diano risposta a bisogni immediati e anche temporanei.

Le app sono una soluzione che piace a 8 italiani su 10, in prevalenza tra i 30 e i 55 anni: la ragione principale della preferenza è la possibilità di interagire rapidamente con la compagnia, soprattutto nella gestione del sinistro.
Le coperture on demand, instant o pay-per-use sono conosciute bene solo dal 10% degli intervistati e un altro 24% ne ha sentito parlare. Nonostante siano in pochi a conoscerla bene, la formula smart piace al 76% degli italiani per la possibilità di essere autonomi nella sottoscrizione, più rapidi e con la disponibilità di accedere al prodotto nell’immediatezza dell’esigenza.

Diverso invece il rapporto con il digitale quando si è a caccia di informazioni: 7 persone su 10 si affidano a internet tramite i siti delle compagnie (35%), le app (11%) o i comparatori (21%), il 22% invece preferisce il contatto personale con agenti o broker e il 10% si fida dell’esperienza di parenti e amici.

Infine, secondo l’Osservatorio, la quota di chi preferirebbe acquistare una polizza online ha superato quella di chi invece continuerebbe a recarsi in agenzia: 52% i primi contro il 47% di chi si affida ai canali tradizionali. Le motivazioni che inducono a rivolgersi all’agente o al broker sono soprattutto l’interesse a confrontarsi con un consulente (risposta multipla 68%), il timore di una truffa (27%), il non sentirsi a proprio agio sul sito o sull’app (24%) e il timore di inserire online i dati della carta di credito (13%). 

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