Solvency II, la riforma secondo Ania
In un position paper, tutte le idee dell'associazione per un mercato assicurativo più capace di spingere lo sviluppo

08/06/2021
La revisione di Solvency II, in primis, dovrebbe perseguire la riduzione dei requisiti e dei vincoli che possono ostacolare gli investimenti a lungo termine: questo obiettivo può essere raggiunto con interventi mirati che dovrebbero portare a una migliore calibrazione del rischio reale degli assicuratori. Questa la tesi di Ania, presentata a un recente convegno sulla riforma di Solvency II in fase di discussione. Secondo Ania, Solvency II è certamente il quadro prudenziale più sofisticato al mondo, ma è anche il più conservativo, con la conseguenza di creare costi e barriere, spesso inutili, che hanno un impatto significativo sulla capacità degli assicuratori di effettuare investimenti a lungo termine nell’economia reale e di offrire prodotti con lunghe scadenze.
Dal punto di vista del mercato italiano, il primo punto è migliorare il volatility adjustment per mitigare la volatilità del mercato, così da riflettere meglio gli spread al di sopra del tasso risk-free. Per farlo occorre, mantenere l'attuale metodologia di estrapolazione, evitando complessità aggiuntive o, in alternativa, introdurre una nuova metodologia attraverso un meccanismo di phase-in semplice e automatico.
Occorrerebbe, poi, un trattamento patrimoniale delle attività che istituisca la categoria dell'attivo patrimoniale a lungo termine; e ammettere tassi di interesse negativi nel calcolo del requisito patrimoniale con un floor appropriato.
Infine, ciò che si chiede da tempo: un quadro di proporzionalità che funzioni nella pratica, per evitare costi inutili che alla fine dovrebbero essere sostenuti dagli assicurati.
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