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Usa, nessun indennizzo per Cigna

La suprema corte del Delaware ha respinto la richiesta da 1,85 miliardi di dollari che la compagnia aveva presentato a seguito della mancata fusione con Anthem

Usa, nessun indennizzo per Cigna
Nessun indennizzo per Cigna. La suprema corte del Delaware ha respinto la richiesta di un risarcimento da 1,85 miliardi di dollari che la compagnia aveva presentato dopo il fallimento della fusione con Anthem. Il giudice Karen Valihura ha di fatto confermato il verdetto che era stato emesso lo scorso anno dal vice cancelliere della corte di giustizia J. Travis Laster. “Nessuna delle due parti può rivalersi sull’altra”, aveva scritto Laster nel 2020. Ogni azienda, aveva aggiunto, “deve affrontare in maniera indipendente le conseguenze di questo costoso e sfortunato tentativo di fusione”.
L’annuncio della fusione era arrivato nel luglio del 2015: con una transazione monstre da 54,2 miliardi di dollari (pari al momento a 49,5 miliardi di euro), Anthem avrebbe assunto il controllo della rivale Cigna. Si trattava all'epoca dell'operazione più grande mai realizzata nel settore, superata poi soltanto nel 2017 dal merger da 68 miliardi di dollari fra Cvs e Aetna. All'annuncio dell'operazione Joseph Swedish, all'epoca amministratore delegato di Anthem, aveva affermato che la fusione avrebbe potuto “generare sinergie per circa due miliardi di dollari all'anno”.
Tutto saltò due anni dopo, nel febbraio del 2017, quando le autorità regolamentari degli Stati Uniti bloccarono la transazione per possibili ripercussioni negative alla concorrenza di mercato. Subito dopo l'intervento dell'antitrust statunitense, Cigna aveva chiesto ad Anthem il versamento di 1,8 miliardi di dollari, nonché un risarcimento di oltre 13 miliardi di dollari. Anthem, dal canto suo, aveva risposto che la società non aveva diritto di porre unilateralmente fine all'accordo di fusione, sostenendo che la mossa di Cigna non fosse di fatto valida, rimarcando di voler “far rispettare i suoi diritti nell’ambito dell’accordo di fusione” e restando “impegnata a completare la transazione”. 

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