Fondi pensioni globali, continua la crescita
Towers Watson conferma la tendenza degli investitori istituzionali a diversificare l'asset allocation su strumenti alternativi con un profilo di rendimento più alto e un orizzonte temporale più lungo
13/02/2014
I primi mesi dell'anno sono i momenti per i bilanci e delle buone intenzioni. A questa logica non sfugge la finanza. In attesa dei risultati annuali delle imprese (compagnie di assicurazioni, banche, grandi corporation) una serie di report e ricerche restituiscono, chiarificandola, l'immagine dell'anno passato attraverso dati e statistiche, e proiettano ciò che accadrà nell'anno in corso e nel prossimo futuro.
Sono molti gli studi delle agenzie di rating, delle società di consulenza, dei grandi player internazionali e nazionali che, in modi diversi, stanno però tracciando un sentiero comune che porta alla medesima conclusione: gli investitori istituzionali stanno cambiando la propria asset allocation.
Guidati dagli alti rendimenti
"Le asset allocation in investimenti alternativi - spiega Alessandra Pasquoni, responsabile dell'attività di investment consulting per Italia di Towers Watson - in particolare immobiliari e meno in hedge fund, private equity e commodity sono aumentate passando dal 5% del 1995 al 18% dello scorso anno. In Italia il peso degli investimenti alternativi nei portafogli degli istituzionali è tradizionalmente basso e solo parzialmente riconducibile a limiti regolamentari. Tuttavia, l'attuale contesto di bassi tassi di interesse e aumento della volatilità nei mercati azionari, pone oggi l'esigenza di diversificare il portafoglio verso investimenti alternativi, aventi un profilo di rendimento più alto e un orizzonte temporale più lungo".
Towers Watson, tra le principali società di consulenza a livello globale, ha rilevato tuttavia che, se da un lato molti investitori istituzionali, tra cui assicurazioni e fondi pensioni, mostrano un interesse verso asset alternativi, la loro implementazione nei portafogli è ancora limitata. "Data la natura illiquida di questi strumenti - continua Pasquoni - un eventuale investimento richiederebbe una consapevolezza della complessità dell'asset class, del suo processo di selezione e monitoraggio, nonché del livello di governance richiesto".
I fondi alle grandi manovre
Un'altra tendenza rilevata dalla società è la crescente consapevolezza in molti investitori dell'importanza di allocare risorse in uno spettro di opportunità più ampio, travalicando i confini nazionali. Tra gli "esempi evidenti" c'è il real estate, che tradizionalmente ha una connotazione puramente nazionale e che invece oggi si diversifica molto a livello geografico.
Queste macro tendenze, che poi si riflettono con molto declinazioni tra i vari investitori, si possono vedere chiaramente nei movimenti di massa dei grandi fondi pensione internazionali: veri giganti finanziari. Secondo l'ultima edizione del Global Pension Assets Study di Towers Watson, nel 2013 i fondi pensione globali nei 13 principali mercati sono cresciuti del 9,5% rispetto al 2012, quando già erano cresciuti del 6,9% sul 2011, raggiungendo un nuovo massimo di quasi 32 trilioni di dollari.
In questi anni di crisi, e in particolare proprio negli ultimi 12 mesi, le attività previdenziali sono cresciute molto in rapporto al Pil: nel 2013 erano l'83%, nel 2012 il 76% del 2012, mentre nel 2008 si fermavano al 57%. Dal 2003 la media della crescita annuale degli asset dei fondi pensione globali è stata del 6,7%.
Una più ampia visione del rischio
"Durante il 2013 - sottolinea Pasquoni - i mercati azionari hanno vissuto il loro migliore anno dall'inizio della crisi finanziaria e di conseguenza, anche i fondi pensione nella maggior parte dei mercati stanno vivendo il loro momento migliore. In linea generale, i fondi pensione stanno implementando delle strategie di investimento più flessibili e che incorporano una più ampia visione del rischio, così da tenere in maggiore considerazione l'estrema volatilità economica e di mercato che hanno sperimentato negli ultimi cinque anni. Questo perché la ripresa economica globale e l'implicita normalizzazione delle condizioni di mercato - conclude la manager - non è affatto garantita" .
A livello geografico, i più grandi mercati sono gli Stati Uniti (59% del totale dei fondi pensione), il Regno Unito (10%) e il Giappone (10%), ma in termini di crescita annua media, il Sud Africa batte tutti con un +14%, seguito da Hong Kong e Australia, +12%, Regno Unito e Brasile, +11%.
Riguardo, infine, proprio all'asset allocation, nei primi sette mercati pensionistici, è emerso che la quota dei bond è diminuita nel complesso del 12% negli ultimi 19 anni (da 40% a 28%) mentre quella di equity è scesa del 3% (52%).
Sono molti gli studi delle agenzie di rating, delle società di consulenza, dei grandi player internazionali e nazionali che, in modi diversi, stanno però tracciando un sentiero comune che porta alla medesima conclusione: gli investitori istituzionali stanno cambiando la propria asset allocation.
Guidati dagli alti rendimenti
"Le asset allocation in investimenti alternativi - spiega Alessandra Pasquoni, responsabile dell'attività di investment consulting per Italia di Towers Watson - in particolare immobiliari e meno in hedge fund, private equity e commodity sono aumentate passando dal 5% del 1995 al 18% dello scorso anno. In Italia il peso degli investimenti alternativi nei portafogli degli istituzionali è tradizionalmente basso e solo parzialmente riconducibile a limiti regolamentari. Tuttavia, l'attuale contesto di bassi tassi di interesse e aumento della volatilità nei mercati azionari, pone oggi l'esigenza di diversificare il portafoglio verso investimenti alternativi, aventi un profilo di rendimento più alto e un orizzonte temporale più lungo".
Towers Watson, tra le principali società di consulenza a livello globale, ha rilevato tuttavia che, se da un lato molti investitori istituzionali, tra cui assicurazioni e fondi pensioni, mostrano un interesse verso asset alternativi, la loro implementazione nei portafogli è ancora limitata. "Data la natura illiquida di questi strumenti - continua Pasquoni - un eventuale investimento richiederebbe una consapevolezza della complessità dell'asset class, del suo processo di selezione e monitoraggio, nonché del livello di governance richiesto".
I fondi alle grandi manovre
Un'altra tendenza rilevata dalla società è la crescente consapevolezza in molti investitori dell'importanza di allocare risorse in uno spettro di opportunità più ampio, travalicando i confini nazionali. Tra gli "esempi evidenti" c'è il real estate, che tradizionalmente ha una connotazione puramente nazionale e che invece oggi si diversifica molto a livello geografico.
Queste macro tendenze, che poi si riflettono con molto declinazioni tra i vari investitori, si possono vedere chiaramente nei movimenti di massa dei grandi fondi pensione internazionali: veri giganti finanziari. Secondo l'ultima edizione del Global Pension Assets Study di Towers Watson, nel 2013 i fondi pensione globali nei 13 principali mercati sono cresciuti del 9,5% rispetto al 2012, quando già erano cresciuti del 6,9% sul 2011, raggiungendo un nuovo massimo di quasi 32 trilioni di dollari.
In questi anni di crisi, e in particolare proprio negli ultimi 12 mesi, le attività previdenziali sono cresciute molto in rapporto al Pil: nel 2013 erano l'83%, nel 2012 il 76% del 2012, mentre nel 2008 si fermavano al 57%. Dal 2003 la media della crescita annuale degli asset dei fondi pensione globali è stata del 6,7%.
Una più ampia visione del rischio
"Durante il 2013 - sottolinea Pasquoni - i mercati azionari hanno vissuto il loro migliore anno dall'inizio della crisi finanziaria e di conseguenza, anche i fondi pensione nella maggior parte dei mercati stanno vivendo il loro momento migliore. In linea generale, i fondi pensione stanno implementando delle strategie di investimento più flessibili e che incorporano una più ampia visione del rischio, così da tenere in maggiore considerazione l'estrema volatilità economica e di mercato che hanno sperimentato negli ultimi cinque anni. Questo perché la ripresa economica globale e l'implicita normalizzazione delle condizioni di mercato - conclude la manager - non è affatto garantita" .
A livello geografico, i più grandi mercati sono gli Stati Uniti (59% del totale dei fondi pensione), il Regno Unito (10%) e il Giappone (10%), ma in termini di crescita annua media, il Sud Africa batte tutti con un +14%, seguito da Hong Kong e Australia, +12%, Regno Unito e Brasile, +11%.
Riguardo, infine, proprio all'asset allocation, nei primi sette mercati pensionistici, è emerso che la quota dei bond è diminuita nel complesso del 12% negli ultimi 19 anni (da 40% a 28%) mentre quella di equity è scesa del 3% (52%).
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