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Assicuratori e risk manager a confronto

Una survey realizzata da Anra evidenzia come imprese e addetti ai lavori percepiscano un’evoluzione tecnica del mercato assicurativo, con restrizioni alla sottoscrizione e maggiore rilevanza ai sistemi di gestione del rischio messi in atto dalle aziende

Assicuratori e risk manager a confronto
Il settore assicurativo contribuisce alla crescita economica europea, sia per il proprio peso sul Pil sia per il supporto che fornisce alle imprese nella loro necessità di gestire i rischi. Nel 2019 gli assicuratori europei hanno generato una raccolta premi di oltre 1.200 miliardi di euro, impiegando 950mila persone, e hanno investito più di 10.200 miliardi nell’economia reale. Ma in che modo il settore viene realmente incontro alle esigenze delle imprese? Per comprendere qual è stato il concreto esito dei programmi assicurativi nell’attività delle aziende nel 2019, Anra ha condotto una survey su un campione composto in maniera uniforme da assicuratori, intermediari e risk o insurance manager aziendali. I risultati dell’indagine saranno presentati il prossimo primo aprile nel corso del webinar (inizio alle ore 15) organizzato da Anra dal titolo Finanziare il rischio: andamento e prospettive del mercato assicurativo. Il panel, moderato da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Daily, sarà composto da Marco Dalle Vacche, managing director south Europe and general manager Italy di Aig, Alessandro De Felice, presidente Anra e chief risk officer di Prysmian Group, Saverio Longo, country leader Italia di Axa XL, e Luigi Tassone, head IT, processes & technical secretariat di Generali Global Corporate & Commercial Italy.
I risultati della survey meritano un confronto, che sarà alimentato anche dalle inevitabili nuove prospettive determinate dalle conseguenze dell’epidemia in atto: punto di partenza della riflessione, il dato del 65% del campione che ritiene che il mercato assicurativo abbia subìto negli ultimi mesi un inasprimento in alcune linee di sottoscrizione, con costi delle polizze maggiorati e minore disponibilità della capacità assicurativa. Secondo l’indagine di Anra, viene rilevata dagli intervistati una limitazione nelle garanzie prestate e una maggiore attenzione ai wording di polizza, in particolare per quanto riguarda l’estensione cyber, e soprattutto alla gestione dei rischi da parte delle aziende.

Property e Rc amministratori gli ambiti più esposti
Un trend che è confermato da Franco Franzoso, head of Generali Global Corporate & Commercial Italy, per il quale “l’analisi che è stata condotta, lato property, è la conferma dei primi segnali, manifestatisi già nei rinnovi del dicembre 2019, di una concreta inversione di tendenza per quanto riguarda la remunerazione delle capacità, nonché delle garanzie offerte, nella forma all risk danni materiali e diretti e business interruption. Da parte nostra già lo scorso anno abbiamo rinnovato programmi con incrementi dei tassi anche oltre il 15%”. Alessandro De Felice rileva infatti che il mercato assicurativo sta diventando molto più tecnico dopo anni di politiche commerciali aggressive, e si focalizza in particolare su due aspetti che riguardano “l’area danni ai beni e business interruption, in cui le aziende che perseguono politiche di loss prevention e di analisi dei rischi sono in grado di bilanciare l’incremento di costo con una diversa ottimizzazione del rischio, e le coperture di responsabilità civile degli amministratori, su cui incide un generale aumento di rischio per la riforma della materia fallimentare”. Anche per Marco Dalle Vacche la tendenza più rilevante è quella relativa ai danni property, financial lines e specialty, anche se “le coperture maggiormente interessate dai rialzi sono state quelle esposte ai rischi Nat-Cat, ai rischi construction, ma anche alla Rc professionale e degli amministratori per le società quotate, in particolare negli Usa“. Sulla stessa linea Saverio Longo, per il quale “il crescente costo della capacità porta sia gli assicuratori sia i clienti a maggiori ritenzioni nette, in quanto il ricorso alla riassicurazione genera minore efficienza, e la gestione del rischio, tramite elementi di mitigazione e riduzione, diventa la risposta più credibile alle attuali circostanze di mercato“.

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