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Direct Line, gli agenti di Axa chiedono chiarezza

La società ribadisce la centralità degli intermediari tradizionali

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Gli agenti Axa sono allarmati dalle notizie su Direct Line. Negli ultimi giorni di giugno, alcune notizie apparse su Il Sole 24 Ore hanno ventilato l'ipotesi di un'asta in corso tra alcuni tra i principali operatori del settore per accaparrarsi gli asset che Direct Line ha deciso di vendere in Italia e Germania. Si tratterebbe in totale di 700 milioni di euro di premi, provenienti dalla vendita diretta. Al momento la compagnia, sbarcata in Italia nel 2002, ha una posizione di leadership del mercato danni italiano, con oltre un milione di clienti, ed è il terzo operatore web in Germania.

A contendersi questo pacchetto ci sarebbero Axa, Zurich, le tedesche Talanx ed Ergo, l'americana Liberty Mutual, e alcune compagnie russe. La concretezza di queste voci ha spinto gli agenti Axa italiani ad alzare le antenne, chiedendo immediata smentita alla compagnia", poiché l'acquisto di un'altra compagnia assicurativa diretta (oltre a Quixa) sarebbe "in palese contraddizione rispetto alle reiterate e recenti affermazioni dei vertici di Axa circa la centralità delle agenzie".

L'ad di tutte le attività di Axa in Italia, Frédéric de Courtois, ha detto ai gruppi agenti di "aver appreso dalla stampa la notizia relativa all'ipotesi di acquisizione delle attività tedesche ed italiane di Direct Line", di fatto non smentendo direttamente la trattativa in corso. "Per Axa Italia - ha ribadito comunque de Courtois - il ruolo dei nostri agenti è e resta centrale e strategico per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi che ci siamo prefissati".

Gli agenti continuano a temere la concorrenza dell'operazione, ritenendola in palese contraddizione con la risposta dell'ad Gaspare Menduni, presidente del gruppo agenti Axa Italia, ha ricordato che "se l'acquisto andasse in porto, non avrebbe più alcun senso lo spirito di collaborazione che negli ultimi cinque anni ha caratterizzato la relazione tra impresa e agenti".
Infine, il Gaai ricorda che già in passato, nel 2011 gli agenti erano stati in grado di far sentire la propria voce con un esposto all'Ivass contro le pratiche messe in atto proprio da Quixa e Lottomatica.

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