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Il 48esimo congresso nazionale di Sna approva la modifica dello statuto

Si tratta dell’articolo 16, capo VI, riguardante i gruppi agenti. La prima giornata era stata dedicata alla relazione dell’Esecutivo nazionale: grande spazio ai problemi del Fondo pensione agenti

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È iniziata alle 16.45 di giovedì 19 novembre, con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime degli attacchi terroristici di venerdì 13 novembre a Parigi, la prima giornata del 48esimo congresso nazionale del Sindacato nazionale agenti, in programma all’Hotel Best Western Palace della Repubblica di San Marino. La prima giornata è stata interamente dedicata alla sessione ordinaria, con la presentazione della relazione morale e finanziaria dell’Esecutivo nazionale e a seguire gli interventi dei congressisti che hanno voluto commentare la relazione. Alle 19.30 erano presenti 351 agenti su 430, raggiunto quindi il numero legale.
La presidenza del congresso è composta dal presidente Gaetano Vicinanza (coordinatore dell’Emilia Romagna) e dai vice presidenti Franco Staglianò (presidente provinciale di Siena) e Riccardo Bogogna (presidente provinciale di Arona).

Il secondo giorno del congresso è particolarmente importante perché si è discussa (e approvata) la modifica dell’articolo 16 del capo VI dello statuto che riguarda il riconoscimento dei gruppi agenti da parte del sindacato. Essenzialmente cambiano due cose: la definizione di gruppo agente, i cui membri non devono più per forza operare per lo stesso gruppo finanziario, e poi che almeno il 25% degli agenti aderenti al gruppo aziendale deve essere iscritto al sindacato.

Il congresso si è chiuso alle 18.30 di venerdì 20 novembre. I presidenti di gruppo agenti presenti erano 10 su 26. 

Sul numero di Insurance Daily di lunedì 23 novembre ci sarà un articolo riepilogativo con i punti principali sviluppati dal congresso e le decisioni prese.

Di seguito la cronaca dei due giorni dell'evento. 

GIOVEDì 19 NOVEMBRE

Dopo una breve introduzione sui numeri del settore assicurativo e sulla necessità per gli agenti di “agganciare le reti agenziali al flusso di nuova produzione proveniente dai cosiddetti canali alternativi”, il grosso della relazione del presidente, Claudio Demozzi, si è concentrato sulla modifica dello statuto e sulla questione del Fondo pensione agenti. 

Ma la relazione ha toccato anche i punti su cui lo Sna rivendica alcune vittorie. In primis il nuovo contratto nazionale dei dipendenti di agenzia: “il nuovo Ccnl – ha annunciato Demozzi – non ha originato alcun provvedimento sanzionatorio a carico di agenti ed esiste una sola vertenza giudiziaria, intrapresa da Fisac-Cgil davanti al giudice del lavoro di Napoli, che ha tentato di mettere in dubbio la legittimità del nostro contratto e che in primo grado si è conclusa con esito a noi favorevole”.  

La modifica dello statuto, invece, ha lo scopo di allargare il perimetro associativo: “si tratta – ha detto il numero uno di Sna – della presa d’atto di un mutato scenario, caratterizzato oggi da un numero di gruppi agenti che è superiore a quello delle compagnie e che fa sì che in alcune realtà aziendali coesistano cinque, sei o addirittura nove gruppi agenti”. 

Lo Sna continua a ribadire la sua strategia nella trattativa per il salvataggio di Fpa. Demozzi ha citato il parere dei legali, Maurizio Paniz e Stefania Fullin, che hanno giustificato la mancata sottoscrizione del piano di riequilibrio predisposto dal commissario straordinario, Ermanno Martinetto. “Il sindacato – dicono  gli avvocati – rischierebbe di esporsi verso gli iscritti e i pensionati, iscritti e non, i quali potrebbero invocare una sua responsabilità per avere disposto illegittimamente di un loro diritto, invece intangibile”. 

Demozzi ha precisato che l’Ania è tenuta a rispettare gli accordi sul fondo pensione, “fino alla stipula di nuovi eventuali accordi collettivi sulle pensioni, che dovranno necessariamente coinvolgere direttamente tutti gli interessati. E qualche singola compagnia, grande o piccola – ha aggiunto – non creda di potersi sottrarre a tali impegni attraverso l’escamotage dell’uscita dall’Ania”.   

Il sindacato rigetta il ricalcolo dell’assegno con il metodo contributivo perché costituirebbe un costo sociale troppo alto che gli agenti non possono permettersi. Demozzi, infine, ha invitato i singoli gruppi agenti a non contrattare con le compagnie una nuova forma di pensione integrativa, ma di restare in Fpa per difenderlo insieme al sindacato. 

Tra gli iscritti a parlare a commento della relazione, Francesco Pavanello, ex presidente di Fpa, ha replicato, sostenendo il pericolo della fine imminente del fondo. "Non condivido la strategia - ha detto Pavanello -. La realtà sarà dura. Non condivido la rigida contrapposizione sul piano fatta in campo giuridico: sarebbe un lasciapassare per i progetti di riforma integrativa delle compagnie. Se fra un anno saremo senza Fpa mancherà l’ultimo caposaldo della contrattazione collettiva. Una volta arrivati al commissariamento bisognava presentare un piano di equilibrio proposto da Sna". 

Gli ha risposto indirettamente (ma anche un po' direttamente) Francesco Libutti, componente dell'Esecutivo, sottolineando che la proposta della trasformazione in un Pip di Fpa ha come sottostante la volontà delle compagnie di portare la previdenza internamente. Se il destino del fondo sarà comunque quello di finire nelle casse delle imprese, "bisogna lottare fino alla fine". E quindi "saranno opportune le cause legali". Libutti ha poi fatto notare che "non esiste un obbligo normativo di redigere i bilanci a gruppo chiuso", cosa che ha contribuito alla crisi del fondo.

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VENERDì 20 NOVEMBRE

La seconda giornata del congresso Sna è iniziata alle 10 con l'intervento di Pierpaolo Marano, esperto e docente di tematiche assicurative, nonché autore della disciplina assicurativa in vigore nella Repubblica di San Marino. 
Marano ha analizzato la nuova direttiva Europea sulla distribuzione assicurativa, sostenendo che questa diluisce la centralità dell’intermediario. Il trend dei regolatori, ha sottolineato Marano, porterà "tra una decina d’anni" a una normativa europea omnicomprensiva: una sorta di Solvency II allargata che conterrà anche le norme sulla distribuzione. 
Al momento, tuttavia, la Idd si presenta come una direttiva di armonizzazione media: per esempio il testo non impone di dichiarare l’importo della commissione percepita dall'intermediario, ma solo di specificarne la natura. 
Infine, per i prodotti ad alto contenuto finanziario, secondo Marano, ci sarà anche un conflitto di competenze tra Ivass e Consob, quando sarà necessario dichiararsi compliant o meno rispetto alle linee guida di Eiopa. Ivass, che è l’interlocutore di Eiopa, non ha la vigilanza in Italia su questi contratti che invece, appunto, sono in capo alla Consob. 

Si sta per votare sul cambio dello statuto. 
Questo il testo attuale dell'articolo 16 del capo VI: 
I gruppi aziendali riuniscono gli agenti operanti per una o più imprese di assicurazione, purché facenti parte del medesimo gruppo finanziario. Per ottenere il riconoscimento da parte del sindacato il gruppo aziendale deve trasmettere all’Esecutivo nazionale il proprio statuto e l’elenco degli agenti che hanno dato la loro adesione. 
Il riconoscimento di un nuovo gruppo aziendale avviene qualora: 
1) raggruppi almeno il 33% degli agenti operanti per l’impresa, col minimo di n.30 agenti aderenti; 
2) almeno 1/3 degli agenti aderenti al gruppo aziendale siano iscritti al sindacato; 
3) lo statuto del gruppo aziendale non contenga norme contrastanti con lo statuto Sna. 

Questa la proposta di modifica:
I gruppi aziendali riuniscono gli agenti operanti per una o più imprese di assicurazione. Il gruppo aziendale che desidera avere il riconoscimento da parte del sindacato deve trasmettere all’Esecutivo nazionale il proprio statuto e l’elenco degli agenti che hanno dato la loro adesione. 
Il riconoscimento di un nuovo gruppo aziendale avviene qualora: 
1) almeno 25% degli agenti aderenti al gruppo aziendale siano iscritti al sindacato; 
2) lo statuto del gruppo aziendale non contenga norme contrastanti con lo statuto Sna.

C'è stata una proposta per ripristinare le parole “facenti parte del medesimo gruppo finanziario” e il numero minimo di 30 aderenti al gruppo agenti. 
Demozzi si è detto contrario alla proposta perché l'emendamento all'articolo 16 apre le porte anche ai piccoli gruppi agenti che desiderano aderire allo Sna. Si è detto invece d’accordo con la modifica di togliere “o rappresentante” dal testo nello statuto che però è fuori dall’emendamento che si intende modificare (L’iscritto al Sindacato nazionale agenti può aderire a più gruppi aziendali ma può rivestire la carica di presidente o rappresentante in un solo gruppo). 
Il presidente del Comitato dei gruppi, Roberto Fresia, ha poi ricordato che all’interno del comitato c’è già una delibera che impegna i gruppi agenti a non avviare in proprio trattative di primo livello con la compagnia.

La modifica dell'articolo dello statuto è passata così come scritta nella proposta dell'Esecutivo con cinque voti contrari su 300 tra presenti e deleghe. E' passata anche la cancellazione di "o rappresentante". Gli altri emendamenti sono stati respinti. 

Alla ripresa del dibattito pomeridiano, la sezione provinciale di Padova ha presentato una mozione sul rischio di "frattura generazionale" nella strategia di Sna su Fpa. La mozione, approvata all'unanimità, ha denunciato il rischio di blocco di versamenti futuri che squilibreranno ancora di più il fondo a livello prospettico e ha auspicato che l’Esecutivo Sna riconsideri la posizione, favorendo un più ampio dibattito. È stato richiesto infine un “referendum nazionale per poter scegliere il futuro del Fondo pensione agenti”. 

Tonino Rosato, delegato della provinciale di Roma, si è lamentato che il congresso non abbia dato spazio a un confronto costruttivo. Anche altri interventi hanno evidenziato questo fatto, soprattutto per un problema di ritardi e organizzazioni, ma anche perché nel pomeriggio molti agenti hanno lasciato la sala. Alle 16.15, il presidente del congresso ha detto che i presenti erano 160 escluse le deleghe. Rosato ha poi sottolineato che i problemi del fondo non sono solo tecnici o giuridici, ma soprattutto politici: “l’Ania vuole distruggere l’ultimo baluardo di contrattazione di primo livello”, ha chiosato.  

Roberto Soldati, delegato provinciale di Brescia, ha difeso l’operato generale dell’Esecutivo nazionale. “La strategia su Fpa – ha detto – non preclude alcuna altra soluzione”.  Ha proposto una revisione più sostanziale dello statuto: l’inclusione del presidente del Comitato dei gruppi agenti nell’Esecutivo e l’abolizione del Comitato direttivo. Infine, ha proposto di parlare con Confindustria per vedere se conviene un’adesione dello Sna all’associazione.

Umberto D’Andrea, presidente dell'Unione agenti Allianz ha ricordato che il digital sta cambiando le regole del gioco. "La compagnia - ha detto - mi vuole cambiare attraverso i prodotti e i processi. Al sindacato chiedo riflessione e non solo tutela". Non è facile, ha sottolineato, non trattare con le compagnie su rivalsa e liquidazioni, come chiede il sindacato, se spesso sono gli iscritti al gruppo e i presidenti provinciali a chiederlo. 

Nella replica che ha chiuso il congresso, Demozzi ha prima di tutto fatto i complimenti a chi “alle 18 di venerdì sera si ferma a dibattere”, sottolineando di non voler sentire “il piagnisteo di chi dice che non si discute abbastanza e poi se ne va”. 
Il presidente di Sna ha ribadito che il tema della digitalizzazione è un tema che interessa molto al sindacato e l’Esecutivo nazionale è “presente sul pezzo”.  
Sulle semplificazioni, Demozzi ha ricordato che Sna è seduta da sette mesi al tavolo di Ivass. Per il regolatore le semplificazioni sono da fare solo sul 7A e sulla nota informativa, ma per Sna deve essere ampliato il campo.
Infine, sulla questione del fondo pensione, Demozzi ha chiesto a chi è contrario alla strategia dell'Esecutivo di portare dei pareri legali a supporto della nuova ipotetica soluzione. 

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