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Costi di compliance, un rischio per gli intermediari

Il monito del presidente dell’Aiba: in molti potrebbero rimanere fuori dal mercato

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Tra i costi diretti di conformità normativa e i regulator italiani tra i più cari in Europa molti intermediari rischiano di rimanere fuori dal mercato. “Gli elevati costi di compliance (prodotti dalla regolamentazione e sostenuti dai soggetti vigilati) e di reporting verso le autorità, sempre più complessi e onerosi – ha evidenziato il presidente di Aiba Carlo Marietti Andreani –  rappresentano uno dei principali ostacoli allo sviluppo dell’attività degli intermediari professionali, broker e agenti di assicurazioni”. Il numero uno dell’associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni, nel corso del convegno Il futuro del Broker, il Broker del futuro, che si è tenuto nelle scorse ore a Roma ha ribadito come l’elevata competitività e le forti pressioni per fusioni e acquisizioni, abbiano notevolmente concentrato il settore assicurativo, in maniera simile a quanto avvenuto nel comparto bancario. 

“Tuttavia – ha aggiunto Marietti – il settore dell’intermediazione assicurativa e in particolare quello del brokeraggio continua a presentarsi altamente frammentato, composto in larga prevalenza da operatori di piccole dimensioni e con caratteristiche di professionalità e di spiccata vicinanza al tessuto imprenditoriale locale. In questo contesto gli aspetti normativi e regolamentari possono incidere sulla configurazione dell’intermediazione in quanto, anche indirettamente, potrebbero agevolare una particolare tipologia di operatori a discapito di altre con evidenti conseguenze sugli aspetti dimensionali degli operatori per effetto dell’aggravio dei costi di compliance”.

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