La legge cat nat tema centrale della convention di Win
L’evento annuale di Wholesale insurtech network è il principale momento di incontro tra le società che aderiscono alla rete dell’intermediario grossista e i loro partner. In occasione dell’appuntamento, si è tenuta un’interessante tavola rotonda dove sono emerse tutte le complessità della legge sulle catastrofi naturali, tra scoperture, limiti di indennizzo e alto rischio di contenzioso
22/05/2025
Si è tenuta ieri a Milano la tradizionale convention di Win (Wholesale insurtech network) che ogni anno riunisce aderenti e partner del broker grossista e rappresenta un “momento di networking, scambio e confronto che può porre le basi per futuri e proficui business”, come ha detto in apertura dell’evento Titti De Spirt, co-fondatrice e ceo.
La convention è l’occasione per le società di Win e i loro partner di fare il punto e premiare gli aderenti al network che si sono distinti in modo particolare negli ultimi dodici mesi, ma anche per approfondire i temi più importanti, dibattuti e d’interesse per il settore assicurativo e in particolare per gli intermediari indipendenti e gli attori che hanno più a che fare con il business corporate e commercial, su cui Win è specializzato.
Quest’anno, si è imposto, ovviamente, il grande tema delle catastrofi naturali e dell’obbligo di polizza assicurativa, trattato e approfondito da una tavola rotonda moderata da Maria Rosa Alaggio, direttore delle testate di Insurance Connect.
UNA LEGGE DIFFICILE DA APPLICARE
Partendo dal punto che “la legge che sancisce l’obbligo di copertura cat nat per le imprese non può trasformarsi in un’occasione persa”, ha sottolineato Alaggio, sono molti i commenti, le riflessioni e anche le contestazioni che nell’ultimo anno la norma si è portata dietro. Di fronte a queste complessità, la relazione tra clienti, intermediari, compagnie e periti è decisiva giacché la polizza non può risolversi semplicemente nell’adempimento a un obbligo di legge, ma deve tenere conto delle reali necessità di copertura delle aziende.
Questi sono i punti fondamentali per proporre una soluzione completa ai clienti, che sappia andare oltre ai commi scritti male, alle lacune, alle esclusioni, alle clausole contraddittorie. Insomma, occorre che, laddove la legge non è chiara, lo siano almeno i testi di polizza.
Ma come fare? “È una legge oggettivamente difficile da applicare e bisognerà strutturare delle polizze che siano come delle coperte che vanno a coprire dei vuoti”, ha spiegato Cinzia Altomare, consulente e formatore indipendente, nonché esperta collaboratrice di Insurance Connect, aggiungendo che “sarà anche responsabilità degli intermediari capire come fare”.
ASSICURARE IL PARMIGIANO E NON GLI SCAFFALI
Secondo Altomare, la causa dell’inadeguatezza della legge è da ricercare all’origine della sua progettazione: occorreva, in primis, “copiare le esperienze estere e magari migliorarle”. Queste esperienze estere sono note: il pool cat nat francese, il Consorcio in Spagna, che funziona molto bene fin dal dopoguerra, ma anche i sistemi di Belgio, Romania e Giappone.
“Nello schema di polizza italiano – ha raccontato Altomare – c’è innanzitutto un grosso problema di eventi assicurati, cioè sono molto pochi rispetto alle casistiche, e poi mancano alcune garanzie. Nel 2023 – ha detto – i danni assicurati in Italia valevano circa sei miliardi di euro, ma molti di questi non sarebbero rientrati nella polizza obbligatoria. Noi abbiamo la fortuna di avere un’associazione come l’Ania che fa un grande lavoro statistico: bastava leggere quelle statistiche e inserirle nella legge”.
L’esempio lampante citato dai relatori è la mancanza della copertura sulle merci. Ne ha parlato anche Altomare: “come si fa – si è chiesta – a rimettere in piedi rapidamente le aziende colpite da un evento catastrofale se non si coprono le merci? Con questa polizza, nel caso del terremoto in Emilia del 2012, le compagnie avrebbero indennizzato solo il valore degli scaffali crollati e non delle forme di Parmigiano Reggiano cadute da quegli scaffali”.
LOCAZIONI E LEASING: RISCHIO ELEVATO DI CONTENZIOSO
Un’altra questione rilevante della legge riguarda l’assicurazione di beni di terzi, già oggetto del decreto legge 155 che ha chiarito come, a qualunque titolo, i beni dell’impresa devono essere assicurati. “Negli emendamenti è confermata la logica del contratto a favore di terzi”, è intervenuta Rossella Portaro, avvocato specializzato in Diritto delle assicurazioni dello studio legale Thmr.
“L’imprenditore che prende in affitto l’immobile – ha spiegato – paga il premio, ma l’eventuale indennizzo andrà al proprietario dei locali, che ha l’obbligo di ricostruzione. In caso di inadempimento, il proprietario dovrà dare all’imprenditore affittuario il 40% dell’indennizzo. Ma che senso ha – si è chiesta Portaro – parametrare un danno da lucro cessante al valore dell’immobile? Oltre al fatto che, nel caso in cui il proprietario sia anche il titolare dell’azienda, l’obbligo di ricostruzione non sussiste”.
Insomma, tra le altre cose, c’è un rischio di contenzioso molto alto. Un ultimo elemento critico è riuscire a coordinare la nuova norma con la disciplina delle locazioni e del leasing “che non prevede obbligo di ricostruzione del proprietario”, conclude l’avvocato.
IL SINISTRO È IL MOMENTO DELLA VERITÀ
Anche per Giovanni Zanotti, amministratore unico di Action, il testo di legge avrà bisogno di approfondimenti e una fase di verifica e messa alla prova: come sempre, il momento della verità sarà il sinistro. “Purtroppo – ha argomentato –, le aziende credono che la polizza cat nat obbligatoria copra tutto, ma non è così”. È il caso delle spese di demolizione e sgombero che non sono comprese nella copertura e che in verità sono un punto cardine: “le aziende non sanno come si spacchetta il danno e non sanno quanto costano davvero le spese di demolizione e sgombero”, ha fatto notare Zanotti.
E poi c’è tutto il tema dei danni indiretti, cui le aziende sono ancora poco sensibili ma che va evidenziato, perché l’assicurato, sottoscrivendo la polizza obbligatoria, “non si rende conto di non essere coperto”. In questo scenario, ha insistito Zanotti, “la collaborazione tra periti e intermediari è centrale e passa anche attraverso tante attività di prevenzione, soprattutto per quanto riguarda gli abusi edilizi e gli immobili non certificati”.
ESSERE IN REGOLA NON SIGNIFICA ESSERE ASSICURATO
Sulla necessità di fare le cose insieme, Massimo Lordi, placement officer di Win, è ovviamente d’accordo, giacché il network si basa proprio sulla volontà degli attori della filiera del rischio di lavorare insieme. La legge, secondo lui, è comunque “una grandissima opportunità”, ma solo se si riuscirà a mutualizzare davvero i rischi catastrofali. “Dal nostro punto di osservazione – ha proseguito – temiamo che l’opportunità sia vanificata. Io, personalmente, sono molto favorevole all’obbligo: è un passo enorme perché si crea una zoccolo duro di premi per gestire i sinistri”.
In quest’ottica, il broker ha un ruolo primario: “chi se non il principale consulente dell’azienda dovrà evidenziare le carenze delle polizze sia ai clienti sia alle compagnie? C’è una grande differenza tra essere a norma di legge ed essere assicurato”. Win, già prima dell’uscita del decreto attuativo, ha avviato una serie di incontri per capire come gestire le novità. “Non è stato possibile cominciare trattative con le compagnie perché anche loro erano in attesa di capire l’evoluzione della legge”, ha rivelato Lordi, aggiungendo che il decreto ha chiarito qualcosa e ingarbugliato altro.
“Dopo le proroghe, con più tempo, abbiamo avanzato le nostre proposte alle compagnie: abbiamo lavorato sui nostri testi di polizza, di cui siamo soddisfatti, ma siamo sempre alla ricerca di soluzioni nuove sul mercato, che siano operativamente semplici e adatte alle esigenze specifiche, da inserire nella nostra piattaforma”.
LE STRATEGIE DELLE COMPAGNIE
Al dibattito ha partecipato anche una compagnia partner di Win, che ha raccontato la propria esperienza e i propri progetti. Fabio Saccomano, senior claims adjuster di Qbe, ha spiegato che nella stesura dei testi di polizza Qbe ha introdotto un’appendice che integra le condizioni della normativa: “ci è sembrata la soluzione meno macchinosa per l’underwriting anche se lo sarà un po’ di più per l’ufficio sinistri”, ha rilevato.
“Ci vorrà una generazione di sinistri per coordinarci ma sarà anche l’occasione per capire realmente quanto di buono c’è nella legge”, ha precisato Saccomano. Sempre per quanto riguarda la liquidazione, il problema della ripartizione dei beni assicurati è un punto dirimente: l’idea di Qbe è fare una stima preventiva che chiarisce cosa è assicurato e cosa no, prendendo la definizione delle partite da assicurare già presente nella loro polizza standard.
“Un aspetto positivo della legge – ha aggiunto Saccomano – è il meccanismo degli anticipi di risarcimento perché mira a creare un protocollo. Tuttavia, le modalità di richiesta di anticipo ci lasciano perplessi, anche perché prevedono un’assenza di contestazione del danno, che è una formula generica. Noi abbiamo deciso, nel rispetto della legge, di inserire nei testi la clausola d’anticipo che è già prevista nelle nostre polizze, visto che funziona bene”, ha sottolineato il manager di Qbe.
I PREMI PER BROKER E PARTNER
Dopo la tavola rotonda, si è svolta la premiazione dei broker affiliati a Win e dei partner. Quest’anno, nella categoria Win Broker Awards hanno vinto Banchero Costa Insurance Broker; Caleas, un membro di Win dal 2009; e Inser, aderente dal 2020. Infine, nella categoria Win.Next Innovation Awards, sono stati premiati Axa e Vis – VitaInSalute: quest’ultimo, insieme a Win, ha realizzato uno strumento (Vis per Win) per la commercializzazione di soluzioni di welfare.
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