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Generali, la soddisfazione del GaGi per la riconferma di Donnet

La rappresentanza guidata da Vincenzo Cirasola rivendica di aver contribuito a tale risultato, e chiede che all’interno del cda sieda anche un agente

Generali, la soddisfazione del GaGi per la riconferma di Donnet
Gli agenti del Gruppo Agenti Generali Italia plaudono ai risultati dell'assemblea degli azionisti, per la nomina del nuovo board al quale, scrivono in una nota, “hanno contribuito fortemente”. La vittoria della lista del cda all’assemblea del 29 aprile, scrivono gli agenti, una vittoria per l’ad uscente, Philippe Donnet, chiamato ad un terzo mandato e sostenuto fortemente anche dagli agenti”.

Il GaGi ha voluto ringraziare il presidente uscente Gabriele Galateri di Genola e il confermato ceo Donnet “per aver ricordato, come hanno sempre fatto in questi anni il ruolo importante degli agenti di assicurazione, che hanno ringraziato più volte durante il loro intervento di oggi”. Per questo motivo, ha spiegato il presidente del GaGi, Vincenzo Cirasola, “un rappresentante degli agenti meriterebbe di essere presente nel board per contribuire anch'essi, in prima persona, alla definizione della strategia aziendale portando in quella sede l'apporto della propria esperienza e professionalità. In altri paesi già avviene ma credo che anche in Italia rappresenterebbe un'evoluzione positiva”.

Secondo Cirasola gli agenti meritano una poltrona in cda, “non tanto per il peso del numero delle azioni, ma per il volume d'affari che rappresentiamo, e soprattutto per il ruolo strategico e il valore che abbiamo sia come piccoli azionisti sia come partner della compagnia”.

Cirasola sottolinea come i risultati dell’assemblea “segnano un’importante e positiva svolta nella storia delle Generali. I nuovi amministratori, frutto della lista proposta per la prima volta dal consiglio uscente, hanno un chiaro commitment, e sanno a chi devono rispondere del loro operato: al mondo degli investitori istituzionali che li hanno votati e che sono interessati, al pari di noi agenti, unicamente allo sviluppo ed ai profitti della compagnia".

Nel futuro delle Generali, conclude Cirasola, "non c'è più posto per quel capitalismo di relazione che ha compromesso lo sviluppo del Leone nel passato e che rischiava di fare altrettanto anche per il futuro”.


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