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Unipol, obiettivo 2021

Lo scorso venerdì, a Milano, il gruppo ha presentato il suo nuovo piano industriale 2019-2021, attraverso cui intende rafforzare la leadership nel mercato danni agendo soprattutto su tre ambiti: mobilità, welfare e property

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La parola d’ordine è evoluzione. Archiviati con successo gli obiettivi del vecchio piano 2016-2018, il gruppo Unipol ha fissato nuovi importanti traguardi da centrare definiti nel nuovo piano industriale 2019-2021, presentato agli analisti e alla stampa lo scorso venerdì 10 maggio a Milano. Il primo gruppo assicurativo danni in Italia vuole confermare la propria leadership in un mercato sempre più volatile e competitivo, e per questo Unipol sa che è necessario cambiare ma senza snaturarsi: evolvere, appunto, come indica lo stesso titolo dato al piano, Mission: evolve.

Il nuovo piano, in sintesi
Unipol intende fare leva sui propri asset distintivi, in primis attraverso la più ampia rete distributiva in Italia con oltre 8.500 punti di vendita e 30 mila intermediari, ma anche attraverso l’uso estensivo della telematica e dei dati. Il gruppo punta a diventare leader in tre ecosistemi: mobility, welfare e property. Per quanto riguarda la mobilità, Unipol prevede il lancio di nuove soluzioni, come ad esempio quella del noleggio a lungo termine (l’obiettivo è arrivare a 60mila autovetture) o dei pagamenti in mobilità (target: 250mila clienti che pagano attraverso app); è prevista, inoltre, un’ulteriore evoluzione della telematica in ambito auto, puntando a cinque milioni di black box installate. Relativamente al secondo ecosistema, quello del welfare, il piano prevede lo sviluppo di nuove soluzioni grazie alla piattaforma di flexible benefit (si punta a 3.000 aziende aderenti alla piattaforma ), internet of things e telemedicina, nonché soluzioni per ottimizzare la spesa sanitaria privata delle famiglie italiane (obiettivo 300mila card per intermediazione di servizi sanitari). Quanto al terzo ambito, quello property, il piano prevede di realizzare una evoluzione dell’integrazione tra assicurazione, domotica e assistenza in una logica di architettura aperta e lo sviluppo delle utility, con l’obiettivo di arrivare a cinque milioni di unità immobiliari su cui poter sviluppare soluzioni tecnologiche.
Unipol, inoltre, lancerà una nuova proposta al mercato che offre soluzioni alla pluralità dei bisogni dei clienti, integrando la protezione delle persone e delle aziende con servizi innovativi connessi alla mobilità, alla salute e al patrimonio.

I target finanziari e quelli industriali
Per quanto riguarda i target finanziari e quelli industriali, l’asticella è stata ancora una volta alzata. Relativamente alla parte finanziaria, l’utile netto cumulato di gruppo è fissato a due miliardi di euro, con dividendi cumulati per 600 milioni (1,3 miliardi per la capogruppo UnipolSai), e un solvency II ratio tra il 140 e il 160%. Quanto agli obiettivi industriali, la previsione per la raccolta danni al 2021 è di 8,7 miliardi di euro (+750 milioni di euro rispetto al 2018), di cui 4,4 miliardi di euro nell’auto e 4,3 miliardi nel non auto, con un combined ratio, al netto della riassicurazione, pari al 93% (-1,2% rispetto al 2018), e di 92,5% nell’Rc auto. Per quanto riguarda la raccolta vita, l’obiettivo è arrivare a 5 miliardi di euro (+750 milioni di euro rispetto al 2018).

Non vendiamo sogni
Gli obiettivi del piano sono ambiziosi ma realizzabili, come ha sottolineato l’ad di Unipol, Carlo Cimbri, ricordando agli investitori di aver centrato tutti i target al 2018. “Facciamo dei piani, ci diamo degli obiettivi e li realizziamo. Non vendiamo sogni, né agli investitori, né ai clienti”, ha detto. Oggi Unipol è leader nel settore assicurativo danni per posizionamento di mercato sia come numero di clienti (16 milioni) sia come quota di mercato (25% Rc auto e 23% malattia). “Agiremo in continuità con ciò che già siamo, consapevoli che per evolvere bisogna investire”, nella tecnologia, nell’elaborazione dei dati, nella velocità di liquidazione. E su questo il gruppo può contare sulla capacità delle sue società specializzate come Alfa Evolution, Leithà e AutoPresto&Bene, oltre che su una compagnia come UniSalute, “primo assicuratore sanitario in Italia, che di per sé rappresenta un modello innovativo”. Su questa base di partenza, “andremo a perfezionare ulteriormente l’eccellenza tecnica”, ha osservato Cimbri, aggiungendo che “l’obiettivo è andare oltre l’assicurazione. Questo piano è un ulteriore tassello di un progetto più ampio del gruppo Unipol, che guarda al 2030”. Andare oltre, ha precisato l’ad, significa “pensare a come offrire ai clienti cose diverse, partendo già da un’ottima base di assicurati con un tasso di retention all’87%. Proporremo altre strade, ma senza alterare qualità e focus”. In questo senso, ha detto Cimbri, “la specializzazione delle reti e dei rami deve operare all’interno di un sistema in grado di funzionare come un’orchestra”. Il focus e l’attenzione al dettaglio devono essere ancora più alti perché “a questi livelli è come essere in Formula 1”.

La forza di una distribuzione capillare
Nel corso della presentazione del piano industriale, la rete distributiva UnipolSai, la più grande d’Italia, è stata più volte citata come “asset distintivo del gruppo”, come ha ricordato, tra gli altri, il direttore generale di UnipolSai, Matteo Laterza, sottolineando l’importanza del Patto Unipol 2.0 definito “un traguardo importantissimo che ci ha consentito accordi strategici in ambito dati e multicanalità”. Anche Laterza ha insistito molto sulla specializzazione, in un contesto in cui essere generalisti non funziona più”. Per questo UnipolSai “ha investito sulle figure dei family welfare e business specialist a supporto delle agenzie”. La strategia del gruppo prevede il rafforzamento della macchina commerciale di agenzia tramite la specializzazione della forza vendita e del modello operativo, e l’intensificazione dei contatti con la clientela e sofisticazione delle proposte commerciali sulla base di profilazione evoluta dei clienti. Forte accento è stato posto anche sulla multicanalità, con l’utilizzo dei canali remoti di contatto pienamente integrati con la rete agenziale. Il piano inoltre prevede un’evoluzione digitale del modello di servizio alla clientela con focus su assistenza, cronicità e prevenzione, e lo sviluppo della raccolta vita attraverso la spinta della rete agenziale.
Sul fronte della bancassicurazione, il piano prevede la valorizzazione dell’accordo distributivo con Bper e Popolare di Sondrio tramite Arca Vita e Arca Assicurazioni, con focus sullo sviluppo di una logica multicanale a supporto della vendita finalizzata all’aumento della penetrazione commerciale. Inoltre è prevista una valorizzazione dell’accordo distributivo con UniCredit attraverso Incontra, con ampliamento dell’offerta di prodotti distintivi salute e protezione per i clienti della banca. Infine, il piano prevede lo sviluppo di accordi distributivi con player operanti in altri settori merceologici attraverso Linear “per valorizzare i reciproci portafogli clienti”, ha spiegato.

Non polizze commodity
Come ha osservato Enrico San Pietro, co-general manager head of insurance di UnipolSai, “ci sono tutte le condizioni affinché i prodotti di UnipolSai non vengano percepiti come commodities, ma compresi per la loro capacità di offrire un valore aggiunto”. Nel segmento auto, ad esempio “verranno affinati i modelli di pricing mediante l’utilizzo di nuove variabili e tecniche di machine learning”, mentre “i processi liquidativi ancora più efficienti grazie alla tecnologia, con internalizzazione del margine legato alla telematica”. Nel non auto, il piano prevede lo sviluppo dei segmenti retail ad alta marginalità, la gestione dinamica del pricing per migliorare la copertura del rischio effettivo assicurato e un maggiore ricorso alla riparazione diretta nel property e nei sinistri da fenomeno elettrico. Inoltre, è stata definita “una protezione innovativa del conto economico del gruppo rispetto ai frequenti eventi naturali di media entità per effetto del cambiamento climatico”, ha detto San Pietro.
Sul fronte vita “Unipol intende superare la logica tradizionale basata sui prodotti facendo evolvere l’offerta in una visione integrata vita e welfare, per soddisfare i crescenti bisogni di protezione e di previdenza degli italiani”. Questo obiettivo sarà realizzato attraverso “un’evoluzione sia del modello consulenziale dal prodotto al portafoglio, sia dell’offerta prodotti di puro rischio con garanzie aggiuntive per la copertura dei rischi malattia e di non autosufficienza”.

Gli investimenti in persone, tecnologia e brand
Il piano prevede lo stanziamento di 90 milioni di euro in un fondo di solidarietà per sostenere circa 600 uscite volontarie. A fronte di ciò, Unipol prevede 300 nuove assunzioni di giovani risorse che permetteranno di abbassare di due anni l’età media di dipendenti. Cimbri ha parlato di “gestione equilibrata delle risorse umane”, che potrà consentire di arrivare a una crescita del 10% della raccolta premi per dipendente. Investimenti anche in tecnologia (200 milioni di euro la somma allocata nell’IT) e anche in comunicazione per valorizzare il brand UnipolSai “come leader di innovazione e servizio. Investiremo in questo ambito per segnare una discontinuità rispetto al passato – ha detto Cimbri – ma non diventeremo dei top spender in comunicazione”.


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