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Poste, il giorno del debutto in Borsa

Il 27 ottobre l’avvio delle contrattazioni: partenza col botto, poi il ridimensionamento

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Sono iniziate il 27 ottobre, a Piazza Affari, le contrattazioni di Poste Italiane, gruppo che è anche il quarto player assicurativo italiano. In fase di collocamento, sono stati raccolti 3,4 miliardi di euro con una capitalizzazione pari a 8,8 miliardi di euro. “La più grande quotazione nel 2015 in Europa”, ha ricordato in occasione dell’inizio delle negoziazioni l’ad di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, aggiungendo che l’ipo di Poste “è stata un grande successo con una domanda che ha superato di oltre tre volte l’offerta e una base di investitori fortemente diversificata e internazionale”. Celebrando il debutto in Borsa, prima di suonare la tradizionale campanella cha dà il via alle contrattazioni, l’amministratore delegato di Poste, Francesco Caio, ha parlato di “passaggio storico importante per il gruppo e mi auguro anche per il Paese con l’auspicio che la nostra quotazione possa essere l’inizio di una grande stagione di sviluppo e di cambiamento”.
Visibilmente emozionata ha poi preso la parola la presidente di Poste Italiane, Luisa Todini, che ha ricordato i 153 anni di storia delle Poste, una storia, ha detto “che oggi è stata premiata con una richiesta quasi quattro volte superiore all’offerta”. Ricco il parterre ha salutato l’avvio delle contrattazioni: tra i presenti alla cerimonia l’amministratore delegato di Mediobanca, Alberto Nagel, l’ex presidente di Mps, Alessandro Profumo, il  direttore generale di Intesa Sanpaolo, Gaetano Miccichè. Era presente anche Donald Brydon, presidente del London Stock Exchange (Lse), il gruppo inglese cui fa capo la Borsa italiana. Brydon, che prima di essere numero uno dell’Lse era stato alla presidenza della britannica Royal Mail, ha parlato di “eccellente privatizzazione”, augurando alle Poste “successo per i prossimi mesi” e confermando al gruppo “il supporto del London Stock Exchange”.
L’apertura delle contrattazioni è stata caratterizzata da un’impennata pari al +2,3%, poi scesa all’1,6% (6,9 euro per azione) e il calo a 0,38%, che ha azzerato il rialzo.

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