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Unipol in campo per la tutela del territorio

La compagnia punta a un modello di prevenzione a partire da partnership tra pubblico e privato

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Ad oggi l’Italia rappresenta una delle aree più vulnerabili agli impatti attesi dai cambiamenti climatici. Secondo uno studio dell’Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del 2014, Desiato et al,  l’aumento della temperatura media è superiore a quello globale ed europeo. In uno scenario di aumento della temperatura entro il 2050, di circa 0,93°, i danni provocati dai cambiamenti climatici potrebbero essere pari al 0,12 – 0,16% del Pil, ammontando a circa 20-30 miliardi di euro di mancata produzione di beni e servizi rispetto al Pil del 2009. 

Si inserisce in quest’ottica l’iniziativa di Unipol di proporre un modello di prevenzione e gestione delle catastrofi naturali che adotti meccanismi di natura assicurativa per gestire il rischio derivante dal cambiamento del clima e gli ingenti risarcimenti. La compagnia vuole attuare questo piano attraverso una partnership tra settore pubblico e privato. Una collaborazione che, nelle intenzioni del gruppo, dovrebbe rendere più sostenibili le spese legate agli eventi catastrofali per le casse dello Stato. Contestualmente la partnership dovrebbe favorire comportamenti virtuosi di tutela, prevenzione e adattamento da parte dei cittadini, delle imprese e delle istituzioni. 

Nel concreto, Unipol punta a mettere a disposizione della pubblica amministrazione le proprie conoscenze tecniche per la realizzazione di politiche di prevenzione sul territorio, di aumento della resilienza e, soprattutto, per promuovere la diffusione di una cultura del rischio che punti a ridurre sensibilmente i danni in caso di calamità naturale. L’obiettivo, in sostanza, è quello di diffondere strumenti e competenze per la valutazione dei rischi, la definizione di piani di disaster recovery per le aree più a rischio, e la promozione di strumenti finanziari per rendere sostenibile e incentivare la resilienza: non solo nei siti industriali di rilevanza economica ma allargando il raggio d’azione a tutta la struttura produttiva del Paese e ai cittadini. 

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