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Generali prevede cessioni di altri asset non strategici

Nel 2014 il Leone di Trieste punta a un solvency ratio al 140% dopo l’operazione Ppf

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Si è parlato di cifre passate e future, di investimenti e cessioni, stamattina nella conference call di Generali in cui il group ceo Giovanni Perissinotto ha presentato alla comunità finanziaria i risultati del gruppo triestino nell'esercizio 2011 e le aspettative per quello in corso.

E' difficile essere ottimisti dopo un anno come il 2011, ma voglio vedere il bicchiere mezzo pieno. Sperabilmente, abbiamo toccato il fondo", questa la battuta d'esordio di Perissinotto che ha subito chiarito le cifre responsabili del calo del 49,7% dell'utile netto di Generali. La svalutazione dei titoli greci in portafoglio ha impattato per 472 milioni di euro mentre quella sulla quota Telco, primo azionista di Telecom Italia, ha pesato per altri 307 milioni.

Ottimismo per il 2012-2014

L'ambizione del gruppo è di portare il risultato operativo sopra i cinque miliardi di euro nel medio termine. Secondo il numero uno di Generali si stanno "già vedendo segni di ripresa nei primi mesi del 2012 e ci possiamo aspettare nel corso dell'anno, ma specialmente nel 2013 e nel 2014, un ritorno verso il nostro target range per il risultato operativo". Il Leone prevede di realizzare nel 2012 un risultato operativo compreso tra 3,9 e 4,5 miliardi, rispetto ai 3,9 del 2011, risultato inferiore alla forchetta indicata (4-4,7 miliardi) a causa dell'ulteriore svalutazione sui titoli greci effettuata nell'ultima parte dell'anno.

Per Ppf possibili nuovi partner 

Sulla joint venture Generali-Ppf, Perissinotto ha detto che sono al vaglio "varie opzioni incluso l'ingresso di altri partner finanziari che valuteremo sulla base della convenienza. Noi non solo confermiamo che la redditività pagata al momento dell'acquisizione c'è stata, ma che è addirittura in aumento". Sull'acquisto da parte di Generali del 49% della joint venture in mano al finanziere ceco Petr Kellner, attraverso l'esercizio della opzione put, il direttore finanziario Raffaele Agrusti ha chiarito che "non si tratta di un debito di gioco, abbiamo previsto un'acquisizione che porterà significativi contributi per il gruppo". Agrusti ha ancora ricordato che "potranno essere prese in considerazione anche dismissioni di asset non core o non integrati nel gruppo o comunque presenti in Paesi particolarmente problematici ed è il caso dell'ultima cessione fatta. Il nostro target per quanto riguarda il capitale dopo la cessione di Ppf per il solvency ratio sarà del 140%".

Cessioni non core 

Anche Perissinotto ha confermato che in futuro sono possibili cessioni di asset non strategici simili a quella di Migdal precisando che "tra le ragioni di questa dismissione ci sono i crescenti rischi geo-politici nella regione" e il fatto che il mercato dei danni in Israele è diventato sempre meno redditizio. Il group ceo ha sottolineato che Generali "farà affidamento sulla propria capacità di finanziamento, sulle risorse interne, e su eventuali cessioni per mantenere i requisiti patrimoniali, finanziare i dividendi e futuri impegni di capitale", chiarendo che "solo una grande espansione, ad alta intensità di capitale, potrebbe eventualmente giustificare in futuro il fatto di chiedere un contributo dai nostri azionisti".

In merito ai dati di inizio 2012 Agrusti ha sottolineato che "nel nostro Paese nei primi due mesi la raccolta premi vita cresce del 3,2% e il mercato estero di circa il 22%, con una grossa ripresa della Francia" e che inoltre ci si attende "una raccolta netta molto positiva in Germania e positiva in Italia".

L'ad Sergio Balbinot ha infine precisato che alcune iniziative di efficientamento a livello di IT e spese per beni e servizi frutteranno "50 milioni di euro di risparmi addizionali entro il 2014".

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