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Sator e Palladio sciolgono il patto parasociale per Premafin

Ma le possibilità di un rilancio su Fonsai crescono

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Fine della corsa per insieme per Sator e Palladio. L'offerta su Premafin presentata dai fondi di Matteo Arpe e dalla coppia Meneguzzo-Drago, che consisteva in aumento di capitale da 450 milioni di euro, è scaduta il 30 aprile e anche il patto parasociale che legava le due finanziarie è da ritenersi sciolto. E' quanto hanno fatto sapere le due società. Arpe e Meneguzzo avevano presentato l'offerta lo scorso 22 febbraio, poi rinnovata un mese dopo. Essendo intervenuta la data di scadenza - scrivono i fondi - l'offerta è da ritenersi scaduta e, quindi, il patto dalla stessa postulato è da ritenersi sciolto a tutti gli effetti di legge". Rimane vigente invece il patto di consultazione, che l'Isvap aveva reputato di concertazione, su Fonsai, di cui i fondi detengono complessivamente l'8% del capitale.

Ma dopo lo stop dell'Antitrust alla maxi-fusione tra Unipol, Fonsai, Milano e Premafin, non è remota l'eventualità che per la compagnia madre dei Ligresti, venga effettuata una nuova offerta da parte dei vicentini e di Arpe. C'è chi sostiene con l'appoggio di Cattolica, al fine di una successiva acquisizione della Milano. Oggi Vincenzo Consoli, amministratore delegato di Veneto Banca, socia con il 9% di Palladio, a margine dell'assemblea dell'istituto centrale delle Banche popolari ha detto di essere "spettatore interessato (nella vicenda Fonsai, ndr), perché siamo soci, ma ci fermiamo qua". Ha ribadito anche la soddisfazione per Palladio finanziaria, aggiungendo che se verrà richiesto un parere in merito al dossier, gli azionisti "giudicheremo secondo coscienza, con senso di responsabilità nell'interesse di Palladio". L'ad di Veneto Banca ha poi sottolineato che il numero uno di Palladio "ha ampie deleghe nell'acquisto di titoli ed è un amministratore prudente, che opera nell'ambito delle deleghe che ha".

Oggi hanno bussato alla porta dei Ligresti anche le agenzie di rating. Standard & Poor's ha comunicato che il giudizio su Fonsai (B) resta sotto osservazione da parte dell'agenzia alla luce delle incertezze sulla fusione e sui progetti di integrazione con il gruppo Unipol. S&P ha ricordato che in caso di successo dell'operazione, il profilo di rischio finanziario della compagnia verrebbe rafforzato. In caso di blocco definitivo, invece, secondo l'agenzia, il gruppo assicurativo sarebbe esposto a un crescente rischio di intervento dell'autorità di controllo.

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