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Unipol-Fonsai, le coop tornano sulla proposta originaria

L'Isvap riceve la bozza dall'Antitrust, trenta giorni per esprimersi

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Il cda di Unipol Gruppo Finanziario e Unipol Assicurazioni hanno dato mandato all'ad Carlo Cimbri (foto) di formulare una proposta a Premafin, Fondiaria Sai e Milano Assicurazioni, che riconduca l'operazione all'impianto originario del progetto di integrazione comunicato al mercato e sottoposto alle competenti Autorità di vigilanza". Questo è quanto hanno comunicato in mattinata le coop dopo i cda fiume di ieri e i confronti con i vertici di Fonsai riguardo al riassetto e alla prospettata fusione. Unipol intende quindi proseguire nell'integrazione con Fonsai tornando al progetto originario. I termini della proposta non sono stati ancora resi noti al mercato.

Ieri voci si sono rincorse tutto il pomeriggio sull'entità della controproposta di Unipol a Fonsai. La compagnia dei Ligresti aveva formulato la propria il 23 maggio scorso sulla base di queste percentuali di partecipazioni: il 61% del maxipolo assicurativo sarebbe andato a Unipol, il 27,45% a Fonsai, per Milano Assicurazioni il 10,7% e per Premafin lo 0,85%. Ora non è ancora chiaro cosa intenda Unipol per proposta originaria. Se da un lato fonti vicine alla vicenda parlano di cifre "vicine", dall'altro la prima intenzione delle coop era quella di attestarsi al 65-67% del nuovo aggregato, percentuale quanto mai distante dalle posizioni dei Ligresti. Inoltre Fonsai aveva richiesto anche di assicurare agli azionisti le eventuali plusvalenze che dovessero emergere dalla dismissione del suo patrimonio immobiliare, monitorare i titoli strutturati dei bolognesi ed evitare di far pesare Unipol Banca sulle spalle del nuovo gruppo attraverso, ad esempio, ricapitalizzazioni o finanziamenti.

L'Isvap ha intanto ricevuto dall'Antitrust la bozza di provvedimento sulle misure che Unipol e Mediobanca dovranno assumere per sterilizzare gli effetti anticoncorrenziali dall'aggregazione. L'Authority presieduta da Giancarlo Giannini avrà ora 30 giorni per esprimersi.

Preoccupazioni per gli "effetti collaterali" della fusioni turbano anche gli agenti. Claudio Demozzi, presidente del Sindacato nazionale agenti di assicurazione, ha lanciato un allarme sui rischi occupazionali: sarebbero ''oltre 3.500 i posti di lavoro a rischio'', sul fronte di Fonsai.

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