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Nasce Unipol-Sai, nel 2015 un utile netto a 880 milioni di euro

L'ad di Bologna, Carlo Cimbri, presenta il nuovo aggregato che sarà primo in Italia per raccolta premi Danni e secondo per ammontare complessivo. Iter da concludersi entro la fine dell'anno: nodo ancora da sciogliere l'esenzione dell'opa sulla Milano. Pronte cessioni del patrimonio immobiliare post fusione e abbattimento del debito verso Mediobanca

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Il polo assicurativo che nascerà dalla fusione tra Unipol e il gruppo Fonsai realizzerà, al 2015, un utile netto di 880 milioni di euro. Sarà il secondo operatore italiano, dietro Generali, nei rami Danni e Vita con una raccolta premi a 15,3 miliardi di euro, e il primo nel solo Danni a 10,3 miliardi. Nel contesto europeo di settore Unipol-Sai, seguendo il progetto triennale, sarà il quarto/quinto operatore nel Danni e tra i primi dieci in Danni e Vita. Con 500 milioni di raccolta premi nel solo ramo salute il nuovo aggregato sarà secondo nel Paese con un modello unico di business e una gestione diretta. La nuova compagnia parte da un coefficiente di Solvency 1 al 140%, ma può ambire in ottica Solvency 2 a 184%. Il debito aggregato sarà ridotto al 2015 da 4.110 a 3.325 milioni di euro, soprattutto in virtù dello ristrutturazione dei debiti con Mediobanca e gli istituti creditrici del gruppo Fonsai.

Questi i numeri principali snocciolati dall'ad di Unipol Carlo Cimbri durante la lunga conference call, chiusasi poco fa, in cui via Stalingrado ha presentato il progetto di fusione con la galassia Ligresti alla luce delle definitive autorizzazioni ricevute dalle autorità di vigilanza Isvap e Antitrust. 

I nodi ancora da sciogliere riguardano il responso della Consob sull'esenzione dell'opa a cascata sulla controllata di Fonsai, Milano Assicurazioni e la concessione di manleva e diritto di recesso da parte di Unipol ai Ligresti, detentori di azioni della holding Premafin. Problemi che sulla carta bloccherebbero tutto, ma sui quali Cimbri è sembrato fiducioso. Qualora ci fosse l'opa sulla Milano - ha detto rispondendo a una domanda di un analista - valuteremo; ma slitterebbe tutto a dopo l'estate. Ma ci aspettiamo un responso positivo".   

Entrando nel merito dei tempi e dei modi che comporteranno la fusione Cimbri ha spiegato che l'obiettivo è rendere operativo il nuovo aggregato già da inizio 2013. "Il percorso - ha illustrato l'ad - non è diverso quanto previsto nel mese di gennaio: a luglio partiranno gli aumenti di capitale per l'acquisizione di Premafin (aumento di 400 milioni riservato a Ugf, ndr), e per la ricapitalizzazione di Fonsai (1.100 milioni sottoscritti da Unipol). I 368 milioni di debito Premafin sono stati ristrutturati e allungata la scadenza al 2018, mentre 202 milioni saranno trasformati in un convertendo con scadenza nel 2015, di cui Unipol avrà una quota pari a 67 milioni. In totale saranno 1700 i milioni di euro destinati a rinforzare il patrimonio di Unipol-Sai".

Riguardo l'esposizione nei confronti di Mediobanca, di cui l'Antitrust ha chiesto l'abbattimento, e le partecipazioni incrociate di Fonsai in Generali e della quota della stessa in Piazzetta Cuccia, Cimbri è stato chiaro: "Abbiamo assunto nuovi impegni per rientrare nel 30% della quota di mercato per i rami Danni e Rc auto. Cederemo rami d'azienda per 1,700 milioni di premi di portafoglio soprattutto Rc auto. Abbiamo già manifestazioni di interesse. Inoltre siamo pronti a dismettere la partecipazione di Fonsai in Generali e l'intera partecipazione in Mediobanca: anche qualora Piazzetta Cuccia, per effetto degli aumenti di capitale, dovesse detenere nuove azioni. Ridurremo a 250 milioni il debito di Fonsai verso Mediobanca e di altri 100 milioni al momento delle cessioni di rami d'azienda. Saranno da valutare infine la validità e l'utilità di mantenere all'interno del gruppo Siat e Liguria".

La strategia delle Grande Unipol si concentrerà sul core business, che è l'assicurazione. L'intento del management è non disperdere il potenziale in attività diversificate. A questo proposito Cimbri ha annunciato di voler ridurre drasticamente gli investimenti immobiliari che si ritroverà in portafoglio portati da Fondiaria-Sai. "Ci focalizzeremo - ha detto - sulla redditività e non sui volumi o sulle quote di mercato: faremo scelte severe su prodotti, target, tipologie di clientela, unendo la consolidata esperienza sul retail, e sulle pmi di Unipol all'importantissima esperienza nel settore Danni, la vastissima rete, nonché il know how sul corporate del gruppo Fonsai". 

Le strategie per raggiungere questi risultati passano, oltre che dalle cessioni e dalle razionalizzazioni post fusione, anche da una semplificazione del modello operativo. La scelta del merger invece che il mantenimento di una catena di controllo a valle di una holding è una "decisione complessa perché dovevamo integrare tre compagnie, ma giusta". Questo vuol dire convergenza dei sistemi informativi, per creare una piattaforma comune, ma anche un'unica centrale di acquisti. Dal punto di vista della gestione industriale si attuerà, secondo le indicazioni dell'ad di Unipol, un riforma del portafogli auto, corporate, e della tariffazione, una revisione processi liquidativi e di tutta l'area sinistri. 

Per quanto riguarda invece le reti, Cimbri sottolinea l'importanza degli agenti: "Aldilà del stime in cui non ci riconosciamo (lo Sna parla di tagli intorno a 3500 unità tra agenti, dipendenti e collaboratori, ndr), - ha detto - adotteremo un modello divisionale, dove coesisteranno tutte le divisioni. Enfatizzeremo le qualità all'interno dei marchi diversi. Noi pensiamo che il futuro dell'assicurazioni passi da un rapporto forte di partnership con gli agenti. Ci vuole una convergenza di interessi, in cui la compagnia protegga i propri agenti quando lavorano per il bene proprio e dell'impresa. Negli anni avvieremo un confronto con gli agenti Fonsai proponendo il nostro nuovo modello provvigionale, che la stragrande maggioranza degli agenti Unipol ha firmato". 

Unipol determina inoltre in circa 345 milioni le sinergie da integrazione al 2015. Le sinergie deriveranno dalla migliore gestione tecnica dei rami Danni (122 milioni), da un incremento della produttività e da un miglioramento dell'asset allocation. "Nei primi 18 mesi - ha precisato l'ad - abbiamo stimato sinergie per circa 230 milioni a livello costi, la cui prevalenza farà parte della ristrutturazione del personale".

Il settore bancario prevede l'integrazione di Banca Sai all'interno di Unipol Banca, che avrà nel 2015 un utile netto di 60 milioni e un core tier 1 pari a circa l'8%. Sula banca nel progetto di fusione a quattro è prevista un'opzione put a cinque anni che peserà 298 milioni di euro a valore di carico, senza tassi e incrementi. Dall'integrazione di Arca e Popolare Vita, la bancassicurazione avrà una crescita pari al 2% nella produzione del Vita: "riteniamo sia l'obiettivo minimo", ha sottolineato Cimbri.

L'ad di Unipol ha risposto anche a chi, secondo le sue valutazioni, "ha parlato a sproposito di trattative che coinvolgono aziende quotate". "Abbiamo scelto di non replicare - ha spiegato - a chi aveva finalità diverse dal salvataggio del gruppo. Non ci siamo messi a commentare fantasie diffuse. Mi riferisco anche a qualche affermazione di consiglieri pseudo-indipendenti. Chiunque avrebbe potuto fare un progetto come il nostro, o migliore: ma con i soldi in mano e non con le chiacchiere. A meno che qualcuno non abbia la volontà di mettere in discussione le autorità di vigilanza, questo è il progetto che andrà sul mercato con risorse, capacità industriale e con finalità industriali, senza necessità di fare guerra a tizio o caio, o di partecipare ai salotti più o meno buoni, ma con certezza della provenienza del denaro, e senza finalità speculative".   

Infine Carlo Cimbri ha dichiarato in 40 milioni di euro la perdita della compagnia a seguito del terremoto in Emilia.






 


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