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Sator e Palladio, capolinea Fonsai: il Consiglio di Stato boccia il ricorso

Intanto il pm di Milano Orsi sente Nagel sul presunto accordo con i Ligresti

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Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso dei fondi Sator e Palladio contro la decisione del Tar del Lazio che non aveva accolto a sua volta l'istanza di sospensiva presentata in merito al provvedimento Isvap che autorizzava Unipol a prendere il controllo di Fonsai. La sentenza è stata depositata stamani.

Il Consiglio di Stato ha ritenuto infatti che sulle decisioni dell'Authority non emergessero ''vizi di eccesso di potere in particolare tenuto conto della necessità di contemperare l'intreccio di competenze tra il Servizio vigilanza I e il Servizio vigilanza II con l'unitarietà del procedimento e della conseguente legittima costituzione di un team istruttorio di cinque dirigenti e dodici funzionari sotto la direzione del vice direttore generale (individuato sin dall'avvio del procedimento come relativo responsabile)''. Inoltre ''quanto alle censure riguardanti l'adeguatezza, la giustificabilità e la motivazione delle determinazioni dell'Isvap - rileva il Consiglio di Stato - non emergono in questa sede elementi tali da far ritenere sussistenti i dedotti vizi di eccesso di potere''.

La sentenza contraria a Matteo Arpe (foto) e la coppia Meneguzzo-Drago era attesa. Si chiude così l'avventura dei due fondi che hanno provato a prendere il controllo di Fonsai, contro il piano di fusione pensato da Unipol. Del resto la finanziaria dei vicentini si era già defilata dalla compagnia vendendo il 5% della partecipazione detenuta e restando sostanzialmente con una quota infinitesimale dello 0,016%. Dagli aggiornamenti sulle partecipazioni rilevanti di Consob emerge che la discesa di Palladio in Fonsai è stata comunicata in due tranche: la prima è datata 17 luglio (da 5,002% al 3,589%), la seconda del 18 luglio e registra la riduzione della quota allo 0,016%.

Sator, attraverso il veicolo Arepo, risulta ancora titolare del 3,011% di Fondiaria Sai.

Intanto in queste ore il pm Orsi sta ascoltando Alberto Nagel, ad di Mediobanca, riguardo l'esistenza dell'accordo segreto firmato con Salvatore Ligresti che concederebbe alla famiglia siciliana una buonuscita di circa 45 milioni di euro più una serie di benefit. Piazzetta Cuccia ha sempre negato l'esistenza del patto. Nell'ambito delle indagini era stata sequestrata nello studio dell'avvocato Cristina Rossello, segretaria del patto di sindacato di Mediobanca e legale di Jonella Ligresti in un procedimento fiscale, una copia dell'accordo priva però delle firme di Nagel e Salvatore Ligresti. L'intesa sarebbe stata firmata il 17 maggio.

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