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Vegas, la Consob è stata sempre vigile sul caso Fonsai

Nessun riverbero sull'Autorità di vigilanza dall'inchiesta sull'Isvap

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La Consob non è l'Isvap, e durante l'audizione alla commissione finanze della Camera, il presidente Giuseppe Vegas (foto) l'ha implicitamente sottolineato, ricordando come l'attività di vigilanza svolto sul gruppo Fonsai ha ''consentito di far emergere tempestivamente una serie di criticità''. L'attività di indagine e si è avvalsa di una pluralità di strumenti che vanno dalle richieste di informazione al pubblico e alla Consob, all'audizione degli esponenti aziendali, agli scambi informativi con le Procure della Repubblica''.

I trust di Salvatore Ligresti 

Vegas ha rivendicato tutto il lavoro fatto dai suoi uffici soprattutto, in particolare per quanto riguarda gli assetti proprietari di Premafin. Il presidente ha spiegato Vegas che ''la Consob ha fatto emergere che la quota pari a circa il 20% delle azioni Premafin intestata a due trust con sede in paradisi fiscali, era in realtà riconducibile fino al 2003 a Salvatore Ligresti. Conseguentemente è stata effettuata una segnalazione alla Procura competente che ha poi disposto il sequestro delle quote''.

Abusi scoperti e segnalati 

Poi è passato a tutti i prospetti sugli aumenti di capitale, cui il gruppo Fonsai ha dovuto ricorrere in questi anni. "Era evidente - ha detto - che la situazione economico finanziaria del gruppo era fortemente negativa e in costante peggioramento con perdite per 929 milioni nel 2010''. Inoltre, sotto il profilo degli abusi di mercato, la Consob ''ha condotto una serie di indagini che hanno già portato alla contestazione di due episodi di manipolazione del mercato relativamente alle azioni Premafin: l'uno da parte di Salvatore Ligresti e soggetti a lui vicini, l'altro da parte di Vincent Bollorè. Anche in questo caso - ha precisato Vegas - gli interventi della Consob sono stati prontamente segnalati all'Autorità giudiziaria per i profili di competenza''.

Dallo stop a Groupama all'ok a Unipol

 L'Autorità di vigilanza ha giocato un ruolo da protagonista nell'ambito delle varie tentate scalate di questi anni, concedendo l'esenzione dell'Opa o viceversa richiedendola: come nel caso dei francesi di Groupama. "Nel caso di Groupama la Consob - ha sottolineato Vegas - ha ritenuto sussistente l'obbligo di Opa, valutando che il complesso di pattuizioni posto in essere con soci di riferimento Premafin consentisse a Groupama di compartecipare al controllo di Fonsai. Nel caso del progetto d'integrazione avanzato da Unipol Gruppo Finanziario (Ugf), la Consob non ha potuto che prendere atto della sussistenza dei presupposti di legge e regolamentari per l'esenzione da salvataggio di società in crisi, a fronte di un deterioramento delle condizioni economico finanziarie di Fonsai, certificate dalle esplicite richieste di ricapitalizzazione giunte dall'Isvap''. Va ricordato però che la Consob ha condizionato il proprio parere favorevole alla revoca dei benefici concessi da Ufg a favore dei precedenti azionisti di controllo Premafin (la manleva), e alla circostanza che gli stessi non esercitino il diritto di recesso conseguente alla fusione.

Nessun riflesso dal caso Isvap

Uscendo dall'aula della commissione Giuseppe Vegas ha detto di non temere che l'inchiesta che ha coinvolto il presidente dell'Isvap Giancarlo Giannini possa avere qualche riverbero sulla Consob. A chi gli ha chiesto se ha qualche timore, Vegas ha risposto: ''No, perché?''.

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