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Axa, stop alla sottoscrizione di polizze anti ransomware

La compagnia non le venderà più nel mercato francese: spesso è la stessa presenza di queste coperture assicurative ad attirare i cyber criminali per chiedere un riscatto

Axa, stop alla sottoscrizione di polizze anti ransomware
Axa non sottoscriverà più polizze assicurative in ambito cyber che rimborsano gli assicurati in caso di estorsioni dovute ad attacchi ransomware. È quanto riporta l’Associated Press, spiegando che questa decisione, annunciata giovedì scorso, riguarda al momento il mercato francese.

Axa ha spiegato che la sospensione di questa opzione è dovuta alle preoccupazioni espresse dalla giustizia francese e da funzionari di cybersecurity nel corso di una discussione avvenuta al Senato francese, in cui si è parlato di “una devastante epidemia globale di ransomware”.

Il settore assicurativo è stato oggetto di notevoli critiche per il rimborso dei pagamenti del riscatto. L’AP cita l’esperta di sicurezza informatica Josephine Wolff della Tufts University, secondo cui questa sarebbe diventata una parte integrante delle pratiche di gestione del rischio delle aziende “come se fosse uno dei costi del fare impresa. E penso che sia davvero preoccupante perché questo è ciò che alimenta la continua attività di ransomware: le persone continuano a pagare il riscatto”. Spesso, i criminali ransomware raccolgono informazioni sui potenziali obiettivi in anticipo, e sanno quando una vittima ha una polizza che copre i pagamenti del riscatto, talvolta ne conoscono persino il massimale.

L'analista di Emsisoft Brett Callow ha definito la decisione di Axa “intelligente”, osservando che alcune organizzazioni sembrano più inclini a pagare un riscatto se i soldi non provengono dalle proprie tasche. “L’unico modo per spezzare questo circolo vizioso è interrompere il flusso di denaro e smettere di rimborsare le richieste di riscatto potrebbe farlo”.

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