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Gli assicuratori europei prevedono utili in crescita

In un sondaggio di Moody's, i cfo delle compagnie mostrano ottimismo. Ma l'agenzia di rating non concorda

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Tra Moody's e gli assicuratori europei non c'è accordo. Mentre l'agenzia di rating si aspetta che gli utili operativi del settore restino nell'insieme stabili, o addirittura con una modesta flessione, i chief financial officer dei grandi gruppi assicurativi europei si attendono una crescita dell'operating profit nel biennio 2013-2014, anche oltre il 10%. Il pessimismo di Moody's riguarda in particolare le compagnie vita, che sconteranno le fiacche prospettive di crescita e i bassi tassi di interesse. 

La casa americana ha tratto alcuni dati da un sondaggio che ha coinvolto i direttori finanziari di 37 gruppi assicurativi europei. Quasi la metà dei cfo ha risposto di attendersi una crescita dell'utile operativo tra il 5% e il 10%, mentre il 16% di loro si aspetta una crescita ancora più forte, oltre il 10%. Tuttavia le compagnie condividono con Moody's i timori per il quadro economico e tassi di interesse bassi. Il 37% di loro ha indicato proprio nei rendimenti al lumicino la preoccupazione maggiore, mentre per il 32% il problema principale è la debole crescita economica e l'incertezza del contesto macro.

Per porre rimedio a questa condizione, il 20% dei cfo prevede variazioni di rilievo nel portafoglio a favore di attività più rischiose. Moody's fa notare però che molti gruppi che operano sia nel ramo vita sia in quello danni, e un buon numero di compagnie solo danni, hanno già riorganizzato l'investment allocation lo scorso anno, approfittando del profilo di investimento più liquido e più facilmente accessibile. Moody's comunque considera generalmente in modo negativo, per quanto riguarda il merito di credito, il modesto aumento del rischio di investimento per la maggior parte delle compagnie assicurative europee nel breve e medio termine. 

Dal sondaggio emerge inoltre che il 32% dei cfo intende aumentare gli investimenti in mutui e circa un quarto prevede di incrementare gli investimenti in infrastrutture. Infine l'agenzia, ai fini del rating, palude all'intenzione delle compagnie di ricorrere in maniera minore ai finanziamenti a debito e di non pensare ad acquisizioni o fusioni: il 61% dei cfo non ha alcuna intenzione di intraprendere operazioni di questo tipo nel corso dell'anno.

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