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I dati del cliente? Venduti al miglior offerente

Il cliente è mio!". "No, è mio!". "No è di Tizio, o magari di Caio". E' da molto che il tira e molla va avanti, tra compagnie e intermediari, sulla proprietà dei dati dei clienti. Negli ultimi anni alla dura lotta si sono aggiunti i siti internet di comparazione, ma anche i motori di ricerca e altre forme ibride online di aggregazione di informazioni. Per colpire meglio i target più redditizi, le aziende si sono sempre appoggiate sulle ricerche di mercato, facendo delle preferenze dei consumatori uno dei punti cardine per lanciare campagne di marketing ad hoc.

Suscita attenzione, quindi, la notizia che Moneysupermarket.com, il più grande sito di comparazione del Regno Unito, abbia deciso di "vendere" i dati dei suoi 21 milioni di utenti. Clienti di tutti i tipi: da quelli che cercano la polizza auto a quelli che vogliono risparmiare sulle bollette di luce e gas. Pare che l'operazione, vista come una fonte di introiti garantiti per la piattaforma, che guadagna per ora attraverso le commissioni percepite, frutterà decine di milioni di sterline.
E' stato calcolato che negli anni la società che fa parte del FTSE 250 abbia accumulato una quantità di dati gigantesca: abitudini, preferenze e consumi di un terzo degli inglesi. Nonchè informazioni e analisi su 15 milioni di automobili e 14 milioni di abitazioni.

In realtà Peter Plumb, Ceo di Moneysupermarket, ha rivelato che il suo gruppo è già operativo nella vendita delle informazioni relative all'Rc auto da un paio di anni. Ma che l'espansione ad altri settori porterà a un aumento notevole dei guadagni provenienti dalle compagnie acquirenti.

Come spesso accade in queste situazioni, il gruppo ha subito sottolineato come a essere ceduti non siano i dati relativi a singoli clienti, ma i risultati delle attività di analisi e aggregazione ottenuti a valle di migliaia e migliaia di operazioni sul sito. Ma la preoccupazione resta. Anche perchè la normativa inglese sull'utilizzo dei dati personali, impressa nel Data Protection Act 1998, è molto severa e le armi in mano al consumatore per difendere i propri diritti sono molto affilate. Un passo falso da parte del gestore dei dati potrebbe rappresentare la fine di questo business redditizio.

Ma le informazioni non sono solo numeriche. Come dicono gli inglesi possono trasformarsi in insights. Molto di più che semplici cifre, ma vere e proprie rappresentazioni delle abitudini dei clienti. Ecco allora che un altro dei prossimi passi di Moneysupermarket è il lancio di Home Bill Checker, uno strumento che permetterà di calcolare il possibile risparmio ottenibile sull'assicurazione e sulle bollette, solamente inserendo il codice postale. Con l'obiettivo di offrire un servizio sempre migliore ai clienti attuali e di attrarne di nuovi.

Per ora i numeri parlano a favore del gruppo guidato da Mr. Plumb: nello scorso anno le entrate sono aumentate del 10%, e sebbene nei comparti classici delle assicurazioni e dei servizi finanziari ci sia stato un rallentamento, questo è stato bilanciato dagli ottimi risultati nelle offerte per viaggi ed energia.
Anche la storia è dalla parte di Peter Plumb, da sempre stato un pioniere nell'utilizzo dei dati come propulsore dei risultati aziendali: da alcune sue idee era nata anni fa l'introduzione nei supermercati Tesco delle carte per monitorare gli acquisti e offrire sconti personalizzati ai vari clienti. Mossa vincente poi replicata da molte altre catene di negozi. La nuova sfida è stata lanciata. Solo il tempo ci potrà dire se anche questa volta l'intuizione e l'azzardo saranno stati ripagati.





Matteo Cominelli
Esperto mercato assicurativo
e Consulente con sede a Londra

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