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InsureTech: nuova linfa dalle startup

Immaginiamo, nel rapporto compagnia-cliente, uno scenario “paradisiaco”, nel quale le asimmetrie informative non esistono: il mio assicuratore può conoscere i dati relativi alla mia pressione sanguigna, alla mia attività fisica giornaliera, alle ore di sonno per notte, al battito cardiaco. Può utilizzare questi dati, raccolti attraverso appositi strumenti, per offrire sconti personalizzati e per calcolare i premi che dovrò pagare. Uno scenario ideale per i due lati di domanda e offerta. Uno scenario non così futuristico.

Negli Stati Uniti, grazie a ingenti investimenti (anche da parte delle stesse compagnie di assicurazione), molte startup si stanno avventurando nel mondo della cosiddetta InsureTech. Linfa vitale per il mercato assicurativo, che deve fare i conti con le nuove sfide introdotte dall’innovazione tecnologica e da nuovi competitor, nonostante il tanto temuto Google sembra per ora aver mollato la presa.

Tutto è cominciato quando alcune compagnie hanno capito che, se non era possibile battere i colossi tecnologici nella raccolta e nella valorizzazione dei dati degli utenti, bisognava cominciare a giocare secondo le loro regole. Così come hanno fatto le banche.

Partendo dalla necessità di creare partnership strategiche tra il mondo assicurativo e quello delle startup tecnologiche, stanno nascendo molte realtà che spingono al massimo la ricerca e l’innovazione applicata al mondo delle polizze: Startupbootcamp, per esempio, è un acceleratore di imprese dell’InsureTech. Attraverso accordi con alcune compagnie promuove e finanzia lo sviluppo di startup provenienti da tutto il mondo, dopo un’attenta fase di selezione. Le società con le migliori idee possono così avere l’opportunità di entrare in contatto con centinaia di potenziali partner e investitori, con l’obiettivo di validare e realizzare quanto proposto.

Dall’altro lato della medaglia, i vertici delle compagnie sanno che questa strada comporta dei rischi, così come delle opportunità. Devono essere quindi consapevoli che quella dell’innovazione digitale non è l’unica strada da seguire ciecamente per sbaragliare la concorrenza. E’ vero, però, che anche i grandi assicuratori sono sempre più attenti a capire dove sta andando il mondo: sempre più spesso, infatti, le idee progettuali partono dalle compagnie, che si affidano alle startup per la loro realizzazione. Il più grosso ostacolo, in questo rapporto, è rappresentato dai diversi tempi di reazione: gli assicuratori, spesso abituati a operare su piani biennali o triennali, devono quindi imparare a interfacciarsi con aziende snelle e in continua evoluzione.

In fin dei conti, quello delle startup può essere un fertile campo di allenamento per le compagnie di assicurazione. Compagnie che si devono abituare a tentare tutte le strade possibili per arrivare all’innovazione dei prodotti e dei modelli di business. Non è più il tempo di chiudere gli occhi e di dire che la tecnologia non interessa gli assicuratori, perché sarebbe come mentire a sé stessi. Il futuro è già qui, deve essere solo fatto fiorire in questa primavera dell’InsureTech.



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