Insurance Trade

Si depenalizzano le frodi nel settore Rc auto?

Lascia perplessi il recente decreto legge del governo Renzi, che andrebbe a depenalizzare alcuni reati nell’ambito delle frodi nel settore Rca, non specificando, a oggi, una graduatoria sull’entità delle stesse truffe. Le ragioni, come vedremo, sono molteplici.
La scelta su tipo e importanza della frode è affidata alla Giustizia, che ha l’onere di ravvisare se si stratta di fatti di particolare tenuità o meno. Il tutto è stato affidato in sede consultiva alla Commissione bilancio e giustizia di Camera e Senato, dove si sono svolte le prime udizioni.
Tra i possibili illeciti, sembrerebbe rientrare anche l’articolo 642 del C.P. il cui dettato poggia sulla punibilità (da uno a cinque anni di reclusione) per la falsificazione di documenti assicurativi.
Sorprende non poco il possibile sbocco di tolleranza, in una Nazione che ha l’assoluta necessità di osservare regole e leggi; dove è già stato accertato da anni, tra la generale indifferenza degli addetti ai lavori, che oltre tre milioni e mezzo di auto circolano sulle nostre strade senza essere assicurate; dove il malaffare si è trasformato in vera industria.
E, quindi, cosa decide il nostro governo? Ancora una volta si sceglie una scorciatoia (le cui ragioni sono intuibili), andando nella sostanza a premiare i “delinquentelli del quartierino”, che iniziano, forse, con imbrogli tenui (si fa per dire...), per finire poi col costruire a tavolino un sinistro, lucroso, per sbarcare il lunario.

La mia personale opinione è che questo nostro Stato buonista stia sbagliando il modo di approccio al problema: e anche di tanto.
Il contrasto agli illeciti, di qualsivoglia natura, deve essere perseguito duramente e combattuto senza sconti di sorta: solo così si potranno abbassare i premi, seguendo un principio attuariale serio per costruire e spalmare le tariffe, attraverso un serio concetto di mutualità. Senza dimenticare che ancora oggi l’assicurazione auto in Italia è tra le più care d’Europa. Premesso che non vi è traccia nel ddl Concorrenza, se non nell’articolo 9 che menziona e modifica in parte l’articolo 148 del Codice delle assicurazioni.
Per la verità, nei provvedimenti legislativi non ho trovato una grande chiarezza e nemmeno linearità.
Nell’ultimo ddl Concorrenza, si trovano imposizioni come gli “sconti significativi”, senza chiarire il quantum,  la qual cosa si presta a facili illusioni, ma è e resta un gioco al massacro a scapito delle garanzie vere. Tutto andrebbe spalmato cum grano salis perché, si sa, i sinistri sono dietro l’angolo. Appare tutto come il gatto che si morde la coda.

Inaccettabile, inoltre, che a un intermediario, con accesso al plurimandato, sia imposto l’obbligo di mostrare alla clientela comparazioni sulle tariffe delle altre compagnie rappresentate. Una perdita di tempo e un’ipotesi già criticatissima quando spuntarono i famosi tre preventivi. A prescindere dal concetto in sé, che appare un po’ come la divisione tra figli e figliastri: la regola resta dannosa anche per coloro che sono monomandatari, non agevolando la vera concorrenza e non facendo un buon servizio per nessuno.  
L’assicurato smaliziato andrà, gioco forza, a cercare chi gli offre diverse soluzioni convenienti. All’agente che segue con fedeltà il brand per il quale opera, non resta che aggirare l’ostacolo, per non perdere il cliente, usando l’escamotage di A con A, che è una soluzione delicatissima.   
Trovo invece positivi l’aumento dei massimali minimi per autobus; il valore probatorio della scatola nera; non accettare testimonianze che si presentino dopo la denuncia effettuata (per soli sinistri a danni a cose); la portabilità della black box; la durata della polizza Rca pari a quella delle garanzie accessorie (Cvt).

È certamente strano, in ogni caso, che il governo non abbia elencato una precisa tipologia dei possibili reati (perché di questo si tratta, comunque) che verrebbero depenalizzati, lasciando unicamente al giudice, l’onere e l’onore, di stabilirne la gravità o la tenuità, vagliando consuetudini e abitudini a delinquere del soggetto indagato. Il compito non appare semplice anche per un magistrato preparato in materia. Ne stabilirà la gravità (in base a che? la frode resta tale anche se tenue), o giudicherà in base a possibili precedenti criminosi, magari in altri settori?
Nella sostanza, in sintesi, tutto finisce per passare dalla valutazione di questo giudice, il cui lavoro, seppur apprezzabilissimo, avrà i tempi tecnici che tutti conosciamo…
E infine, dulcis in fundo, la palla passerà come sempre all’Ivass.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

rc auto, frodi,
👥

Articoli correlati

I più visti