Insurance Trade

La guerra del “politicamente scorretto”

L'essere umano, per natura, sopravvive nei momenti di crisi aguzzando l'ingegno e trovando soluzioni adatte a problemi piú o meno difficili. La situazione economica, in Italia cosí come in altri Paesi europei, non aiuta e spesso ci si trova ad annaspare cercando di trovare un colpo di genio che permetta all'azienda di tornare sui giusti binari.

Se l'illuminazione non arriva, peró, ci sono altre strade da percorrere. Acquisire nuovi clienti, per esempio. Ma come? Attirare l'attenzione di nuovi potenziali fruitori del prodotto o del servizio proposto non é semplice, in particolare se quello che si mette sul tavolo dell'offerta é sempre lo stesso.

Ecco allora che si ricorre a campagne pubblicitarie aggressive, al limite dell'inverosimile. Con le quali si cerca, sulla base di dati veritieri, ma non certo assoluti, di acquisire nuove fette di mercato. Mi sto riferendo, in questo caso, all'iniziativa di un'associazione di un gruppo di avvocati che ha ideato uno spot per invitare (... se non incitare) i pazienti vittime di casi di malasanitá a intentare cause legali nei confronti dei medici coinvolti.

Questo fatto recente nel panorama italiano mi ha fatto tornare in mente una pubblicitá che mi é capitato di vedere in una stazione inglese la scorsa estate. Raffigurata vi era una persona reduce da un incidente stradale che si chiedeva se valesse la pena di essere fregato da un assicuratore". Il tutto condito da un invito della Law Society anglosassone ad affidarsi ai servizi di un avvocato piuttosto che a quelli del proprio assicuratore, con la promessa che il risarcimento sarebbe stato considerevolmente piú elevato.

Certo, quello pubblicitario é un terreno con regole liquide e in mutamento. La concorrenza deve essere garantita attraverso offerte trasparenti e non fuorvianti, ma nei casi sopra citati si stanno solo dando dei consigli a dei potenziali clienti. Allora, forse, l'unica regola che si sarebbe dovuta seguire é quella del "buon senso".

Portare acqua al proprio mulino a scapito di altre categorie di professionisti non puó essere considerata un'azione nobile. Forse sarebbe stato meglio fare riferimento alle qualitá del servizio offerto, piuttosto che ai demeriti di chi si cerca di sminuire.

Nel caso italiano, perché si va a colpire una categoria, quella dei medici chirurghi, che, eccetto rari casi di malpractice, si mette al servizio del paziente "con abnegazione e tra difficoltá strutturali e organizzative per salvare vite umane" (come duramente ribadito dal Collegio italiano dei chirurghi).
Nel caso inglese perché forse non sono stati considerati gli elementi intrinseci del mercato assicurativo, che vanno a complicare l'elemento del risarcimento elargito dalle compagnie alle persone coinvolte in un incidente stradale.

Forse, in entrambi i casi, ci si sarebbe dovuti fermare un attimo a riflettere, prima di imbracciare le armi e di intraprendere una battaglia "politicamente scorretta". Battaglia che per ora continua solo da un lato (quello di chi ha sferrato il primo colpo), in entrambe le parti del vecchio continente. Medici e assicuratori si sono limitati a ribattere chiedendo di interrompere le campagne incriminate... Staremo a vedere, sperando che chi é stato attaccato per primo non risponda con la stessa arma.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

👥

I più visti