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Prodotti assicurativi oltre la crisi

Il ruolo assunto dalla tecnologia nei sistemi di consumo e di relazione con il cliente impone al settore assicurativo nuovi assetti organizzativi e una profonda riflessione sulle capacità distributive, anche attraverso canali alternativi di vendita

Watermark vert
Persone che si interfacciano con nuove tecnologie. Tecnologie che interagiscono con le persone. Un circolo, dinamico ed interattivo, che sta confluendo nel cosiddetto paradigma dell’Internet of things. Un nuovo scenario, in cui le cose, gli oggetti, acquistiscono una specifica identità virtuale e interagiscono grazie al collegamento alla rete.

Si tratta di una tendenza molto significativa che ha portato le industry italiane a focalizzarsi sempre più sulla produzione di connected e wearable device.
Le stime oggi parlano di oltre 600 mila dispositivi utilizzati nel nostro Paese, sia in ambito medicale sia wellness e fitness.
Una tendenza che si riflette anche nel mercato assicurativo, dove le tecnologie giocano un ruolo sempre più significativo in relazione allo sviluppo dei prodotti e al servizio alla clientela.

Recentemente, in un intervento intitolato “Come la tecnologia cambia/minaccia il business assicurativo (e la distribuzione)” il direttore generale Ania, Dario Focarelli, ha sottolineato questo aspetto, richiamando un approfondimento dell’Economist in cui l’assicurazione è stata definita una “Big Mother” per i cittadini. Un  concetto che evoca la prudenza, il controllo e la forte connessione tra mutualità e prevenzione del rischio.

Le frontiere dell’innovazione


In questo contesto, le tecnologie si innestano cambiando il business e la distribuzione assicurativa, permettendo il controllo a distanza accurato e la conoscenza più approfondita degli assicurati, senza ricorrere a proxy di analisi dei comportamento.
Un esempio in questo senso è costituito dalle whitebox, che permettono il monitoraggio della sicurezza domestica attraverso apposite rilevatori all’interno delle abitazioni.

Un primo passo verso le nuove frontiere dell’innovazione, in cui il ramo auto fa da traino con le black box: secondo l’Ania i dispositivi mobili satellitari installati in Italia nel 2014 sono stati circa 3 milioni, una cifra più che raddoppiata nell’ultimo biennio. Un modo per comparare i parametri dell’autoveicolo e registrare dati quali la velocità, l’accelerazione e le marce inserite durante la guida già appena dieci secondi dopo il sinistro.

Questo breve excursus è utile per indicare che le tecnologie sono uno dei driver fondamentali per generare nuove opportunità di business nel mercato assicurativo, grazie alla progressiva e sempre più capillare diffusione di strumenti volti a rilevare la posizione dei clienti, utilizzando dati biometrici e informazioni derivanti da wearable device, sensori domotica, smartphone, ecc.

Verso una customer experience di qualità


Il business si evolve potenziando l’interazione assicuratore-cliente e il servizio offerto a quest’ultimo, che diventa sempre più fruibile in tempo reale. Cosa significa tutto questo? Sicuramento uno sforzo, una sfida per le compagnie  chiamate a rimodellare la gamma dei servizi offerti, puntando sempre più su una customer experience di qualità che richiede di reinventare le logiche di product governance.

Inizialmente l’industria assicurativa ha avuto un approccio conservativo all’utilizzo della miriade di dati disponibili dell’era digitale (Smac: social, mobile, analytics and cloud).
Alcune delle motivazioni alla base delle tendenze conservative del settore sono da imputarsi alla legacy nella tecnologia, alla lentezza nel cambiamento e alla resistenza della distribuzione. Attualmente il mercato assicurativo è caratterizzato da un business estensivo, in cui il target preponderante è costituito da una moltitudine di clienti a basso valore unitario: si sottoscrive in media poco più di una polizza e mezza pro capite, con una spesa globale di 1000 euro all'anno per le coperture legate al ramo danni.
In quest’ottica, il futuro della distribuzione assicurativa è strettamente legato alla riorganizzazione del business. Un utilizzo strategico del digitale potrebbe comportare una maggiore soddisfazione degli utenti, un controllo della relazione con gli assicurati in ottica di miglioramento del servizio/assistenza e l’acquisizione di nuovi segmenti di clientela.

Morgan Stanley e Boston Consulting Group hanno recentemente analizzato il settore stimando che, grazie alle tecnologie, il numero di sinistri per i danni alle abitazioni potrebbero diminuire del 40-60%.
Già negli Anni Ottanta e Novanta il settore assicurativo è stato interessato da forti cambiamenti scaturiti da un processo di rapide e continue innovazioni che ha coinvolto in modo particolare la funzione distributiva.
Oggi le domande alla base del business assicurativo riguardano la scelta della struttura distributiva più flessibile ed omnicomprensiva ed il dilemma del marketing or buy.

Uno scenario in cui la tecnologia può rappresentare, a seconda di come viene vissuta e gestita, una minaccia o un’opportunità.
Da un lato aumenta la competizione con gli altri operatori, con un rischio di disruption dovuto all’ingresso sul mercato di nuovi player, quali Google ed Amazon, in grado di massimizzare il vantaggio competitivo legato all’utilizzo dei dati social e mobile in ambito distribuzione.
Dall’altro crea nuove opportunità grazie a modelli come quelli costituiti dalle FinTech starts-up, non vincolate dalle esperienze pregresse e capaci, contenendo i costi, di sperimentare nuovi business model.

Tirando le fila del discorso, le dinamiche distributive del mercato assicurativo sono state e sono sempre più influenzate dal fattore tecnologico e dalla capacità di gestire i costi di transizione ad esso connessi.
La strategia vincente deve prevedere una combinazione, un giusto mix tra acquisizione della tecnologia e diffusione sul mercato, utilizzando come apripista i sub brand, fenomeno già accaduto in concomitanza con lo sviluppo del canale diretto.
Chiaramente in questo contesto il ruolo dell’agente tradizionale va profondamente rivisto. Le tecnologie andranno a rivoluzionare il mondo assicurativo, rete tradizionale in primis. Anche in questo caso, tra minacce ed opportunità: da un lato si più razionalizzare il lavoro, dall’altro bisogna prestare attenzione al legame con il cliente.

Per contestualizzare le moderne tecnologie nel business occorre leggere questo fenomeno con la giusta chiave interpretativa, andando a prendere in esame gli impatti che esse avranno sulla catena del valore.




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