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Sanità integrativa: un mercato tutto da esplorare

Un argomento di cui nel nostro paese si parla tanto, ma ancora in maniera fumosa e poco concreta

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Di sanità integrativa nel nostro paese si parla tanto, ma ancora in maniera fumosa, poco concreta. Anche per questo il convegno “I profili normativi dell’assistenza sanitaria integrativa. Modello italiano e modelli europei a confronto”, tenutosi nei giorni scorsi all’Università degli Studi di Milano, presso Sala Napoleonica di Palazzo Greppi (Facoltà di Giurisprudenza) assume un significato assai rilevante. L’appuntamento ha infatti consentito di far emergere, anche grazie all’eccellenza e alla chiarezza dei contributi dei relatori, problematiche, criticità e potenzialità di un comparto che, se opportunamente sviluppato, potrà costituire una delle leve di crescita dei prossimi anni per il comparto assicurativo.

A intervenire sono stati studiosi, medici ed operatori del settore, fra cui Antonio Gambaro,  ordinario di Diritto Civile dell’Università degli Studi di Milano e accademico dei Lincei, che ha presieduto i lavori; Lorenza Violini, ordinario di Diritto Costituzionale e Diritto Pubblico Comparato dell’Università degli Studi di Milano, che ha ribadito l’importanza del bene salute quale valore sancito a livello costituzionale, e la necessità di garantire la effettiva tutela del bene stesso; Albina Candian (nella foto), ordinario di Diritto Privato Comparato Università degli Studi di Milano, che ha segnalato un risvegliato interesse del legislatore speciale assicurativo al settore dell’assistenza sanitaria integrativa, interesse mostrato anche dal regolatore assicurativo alla comprensione del funzionamento delle Casse e delle Società di Mutuo Soccorso; l’onorevole Grazia Labate, economista dell’Università di York, che ha svolto una efficace analisi comparativa sugli investimenti che il nostro Paese e gli altri Stati destinano alla spesa sanitaria; Isabella Mastrobuono, direttore sanitario dell’Università Roma 2 – Tor Vergata, che ha evidenziato, tra l’altro, la difficoltà ancora oggi presente nel nostro ordinamento giuridico di dare una definizione di quelli che sono i livelli essenziali di assistenza da garantire a tutti gli assistiti da parte del Servizio Sanitario Nazionale (LEA); Carlo De Pietro, del Cergas, Dipartimento di Analisi delle Politiche e Management Pubblico dell’Università Bocconi di Milano, che ha illustrato le possibili configurazioni dell’assetto istituzionale dei Fondi e la natura e le diverse modalità di funzionamento degli stessi. E ancora Renato Lauro, magnifico rettore dell’Università Roma 2 – Tor Vergata, che ha moderato la tavola rotonda che ha visto la partecipazione, e raccolto le testimonianze, dei vertici dei principali fondi sanitari presenti in Italia e di alcune casse sanitarie. 
Il convegno si è concluso con l’auspicio che tale occasione di incontro e confronto possa ripetersi con cadenza annuale anche nel prossimo futuro, per servire come punto di raccordo e analisi della situazione.

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