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Ospedali, quanto costa l’autoassicurazione

Su questo fenomeno il consorzio Cineas ha presentato, ieri a Milano, un libro bianco, accompagnato da un sondaggio (rivolto ai chirurghi soci Acoi) su rischio clinico e Rc professionale: l’inquietante quadro emerso vede molte strutture non assicurate e la diffusione sempre più ampia della medicina difensiva, che pesa per 13 miliardi di euro

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Medicina difensiva e omissiva. Autoassicurazione. Aumento esponenziale dei contenziosi per medical malpractice. Bilanci ospedalieri perennemente in affanno. Medici specialisti che non riescono a trovare sul mercato polizze Rc a un prezzo accettabile. Per scattare un'istantanea dell'attuale (drammatica) situazione italiana arriva un libro bianco dal titolo Ospedali e assicurazioni: come tutelare il paziente, il personale ospedaliero e lo Stato, realizzato dal consorzio Cineas il quale, in collaborazione con Acoi (associazione chirurghi ospedalieri italiani) ha anche effettuato un sondaggio sui medici appartenenti alla categoria. Entrambi i documenti sono stati presentati ieri a Milano dai vertici delle due organizzazioni.

La fuga delle compagnie dal mercato italiano
"In questo quadro - ha spiegato il direttore di Cineas, Carlo Ortolani - si inserisce un andamento del rapporto sinistri/premi che comporta risultati disastrosi per le compagnie di assicurazione". L'ultima versione della tabella Ania illustrata dal presidente di Cineas Adolfo Bertani, indica un trend che cresce in modo rilevante: ad esempio per i sinistri di generazione 2002 si è passati dal 149% del 2003 al 296% del 2012. Al di là dei tempi per agire in giudizio (dieci anni, ridotti a cinque dalla recente sentenza del Tribunale di Milano n. 9693), si evince che per ogni 100 euro incassati di premio, le compagnie ne dovrebbero pagare circa il doppio come risarcimento. "Usiamo il condizionale - ha proseguito Ortolani - perché, di fronte a questi dati, le compagnie nazionali e internazionali stanno abbandonando il mercato sanitario. "Ciò comporta il ricorso a compagnie straniere e l'insorgere della gestione diretta dei sinistri in autoassicurazione. "Le poche compagnie estere rimaste sul mercato - ha osservato Paola Luraschi, coordinatrice del gruppo di lavoro del libro bianco - chiedono premi elevatissimi e, pur trattandosi nella quasi totalità di compagnie serie e affidabili, non sono soggette alle regole previste per quelle italiane". Nel frattempo, la spesa sanitaria continua a crescere: dai 140 miliardi di euro (il 7% del Pil) del 2012 (+50 miliardi rispetto al 2000), le stime della Ragioneria Generale dello Stato prevedono un aumento nel 2060 fino all'8,7% del Pil, con politiche di contenimento dei costi, e addirittura fino al 12,6% senza contenimento. "Per capire il preoccupante contesto economico nazionale, si rifletta anche sul fatto che - ha evidenziato Ortolani - nel 2012 ben nove milioni di italiani non hanno avuto accesso a prestazioni sanitarie necessarie per motivi economici e che la cosiddetta medicina difensiva vale oggi 13 miliardi di euro, pari al 10% della spesa sanitaria". Secondo Bertani, per invertire questa spirale bisogna ridurre la sinistrosità, ricorrendo a robusti modelli di risk management, creati sulla base di competenze specialistiche multidisciplinari capaci di valutare e gestire i rischi che sono una minaccia per l'assistito e per il patrimonio ospedaliero. "In questo modo - ha concluso Paola Luraschi - si riuscirebbe a conoscere meglio il fenomeno e creare una base statistica per quantificare un premio equo da parte delle compagnie.

Rischio clinico e Rc professionale
A occuparsi dell'illustrazione dei dati contenuti nel sondaggio Rischio clinico e Rc professionale sono stati il presidente di Acoi Diego Piazza, e il vice presidente di Cineas (settore Sanità), Mauro Longoni. I dati più allarmanti sono contenuti nella sezione dedicata alle preoccupazioni professionali: l'80% degli intervistati dichiara di aver subìto una denuncia/esposto per eventi avversi, mentre l'86% afferma che il rischio di subire una denuncia da parte dei pazienti risulta tra i fattori di maggiore preoccupazione professionale, seguito dal rischio di perdere il proprio patrimonio personale (83%) e la propria reputazione (77%). Proprio per non correre il rischio di denuncia, il 54% dichiara di aver prescritto più esami strumentali di quelli che riteneva sufficienti, il 48% ha prescritto più esami di laboratorio e il 42% più visite specialistiche. Inoltre, "l'esclusione o il non trattamento di pazienti a rischio, oltre le normali regole di prudenza" è una strategia di coping abituale per l'86% del campione, mentre il 92% ritiene che le norme che disciplinano la responsabilità civile medica abbiano ripercussioni sullo svolgimento del rapporto medico/paziente. Quanto alla Rc professionale, la quota dei medici che si ritiene informato riguardo a quanto previsto dal Dpr 137/2012 (riforma delle professioni) in tema di Rc professionale è abbastanza contenuta: l'8% si dichiara "molto informato", il 57% si definisce "poco o per niente informato" sulle condizioni delle polizze e il 52% si definisce "poco o per niente informato" sui costi delle polizze. Quanto all'aggiornamento professionale, i chirurghi Acoi esprimono una netta preferenza sulla "gestione dell'evento avverso" (57%), "gestione del rischio" (52%) e concetto di "responsabilità civile" (46%).

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