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Quando il rischio è sottovalutato

Sono troppo poche le aziende italiane con un processo strutturato di risk management. La tendenza emerge da una survey, realizzata da Aon in partnership con Andaf, per valutare l’approccio delle imprese nella valutazione e gestione del rischio

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Nel mondo industriale è ancora troppo bassa la percezione di quanto sia importante costruire un processo strutturato di risk management. È questa una delle principali tendenze che emergono da un'analisi condotta da Aon in partnership con l'Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari (Andaf), che ha preso in esame i principali rischi percepiti dalle aziende e i processi di risk management posti in essere. I risultati della survey, a cui hanno partecipato gli iscritti ad Andaf, sono stati presentati nel corso del 37esimo congresso nazionale di Andaf, svoltosi di recente a Napoli.

I dieci rischi più temuti dalle aziende
Allo stato attuale sembrano essere ancora troppo poche le realtà che dispongono di una strutturata attività di risk management. L'indagine, ha in primo luogo provato ad analizzare la percezione e il livello di preparazione (risk readiness) nella gestione dei rischi da parte dell'impresa. In secondo luogo sono stati analizzati i processi, le risorse e gli strumenti di risk management adottati dalle aziende. Per quanto riguarda i top risk, la lista delle principali minacce, che secondo le aziende potrebbero avere un impatto significativo sulla propria attività, vede al primo posto il rischio di interruzione del business (business interruption) e di interruzione della catena di approvvigionamento (supply chain interruption); seguono in ordine decrescente per importanza: il rischio di fallimento nell'innovare o soddisfare le aspettative del cliente; i rischi conseguenti a danni reputazionali; i cambiamenti legislativi; il perdurare della crisi finanziaria; l'aumento della concorrenza e le conseguenze delle dinamiche di globalizzazione; il rischio di credito e i problemi di disponibilità di capitale; il rischio di credito della controparte; il rischio di liquidità/cash flow; e, all'ultimo posto, il rischio di insuccesso nell'attrarre o trattenere talenti.

Troppo sottovalutati il rischio ambientale e il cyber risk
Questa classifica mette in luce una situazione che Andaf e Aon definiscono allarmante", soprattutto perché a essere sottovalutati sono rischi che assumeranno una rilevanza sempre maggiore nel prossimo futuro: è il caso di quelli conseguenti ai cambiamenti climatici e di sastri naturali, e del cyber risk. Quanto ai primi, il ciclone Cleopatra che si è abbattuto poche settimane fa sulla Sardegna e la recente tragedia che ha colpito le Filippine, sono due lampanti testimonianze di quanto terribili e imprevedibili possano essere le conseguenze dei cambiamenti climatici. Per quanto riguarda invece il cyber risk, negli ultimissimi anni è aumentata la frequenza degli attacchi da parte di hacker informatici, che possono mettere a repentaglio l'intero sistema informativo di un'azienda, con gravi danni per l'impresa stessa. Nei mesi scorsi, ad esempio, si sono verificati numerosi casi di attacchi informatici di vario genere, che hanno avuto alta risonanza mediatica. È il caso di quello avvenuto contro il Tribunale di Milano, che nel gennaio di quest'anno ha visto apparire nella home page del proprio sito una maschera tricolore di V for Vendetta, accompagnata da messaggi inquietanti. In un altro caso, avvenuto un mese dopo, un falso twitt rilasciato dall'account ufficiale della Fiat annunciava la cessione del marchio torinese alla General Motors. Anche un'altra grande multinazionale come Sony, recentemente, è rimasta vittima di un importante attacco informatico, attraverso cui sono stati sottratti 100 milioni di profili completi degli utenti.

Il livello di preparazione ad affrontare le minacce
Se ci si sofferma sul livello di preparazione al rischio, si può osservare che, tra i rischi che le aziende sono meno pronte ad affrontare figura il rischio politico; a seguire, si posizionano il rischio prezzo commodity, il rischio cambiamenti climatici e disastri naturali e i rischi connessi al fallimento nell'attrarre o trattenere talenti; chiudono la classifica il rischio collegato alle fluttuazioni del tasso di cambio/ interesse. Al contrario, i rischi che le aziende invece ritengono di riuscire ad affrontare riguardano il rischio credito/disponibilità di capitale, la responsabilità civile verso terzi, il rischio liquidità/cash flow. Passando ai processi di risk management aziendale, emerge che solo il 19% delle aziende che hanno partecipato alla survey ha adottato delle tecniche integrate, ovvero hanno adottato un metodo qualitativo e quantitativo per la misurazione dei rischi. Altro dato preoccupante riguarda il processo di definizione delle risk mitigation; solo nel 23% dei casi è stato implementato un processo strutturato di prevenzione del rischio. Un altro punto preso in considerazione riguarda l'interesse delle aziende verso alcuni specifici ambiti di risk management. Le aree verso cui gli associati Andaf hanno dimostrato un interesse maggiore sono il risk assessment, la definizione di una strategia di prevenzione e di controllo dei rischi, la definizione del framework di risk management, e i tool di gestione e monitoraggio del rischio.

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