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Fracking: l’Ue raccomanda i principi minimi per la salvaguardia dell’ambiente. Seconda Parte

Il 22 gennaio scorso la Commissione Europea ha emanato la prima raccomandazione (C 2014 267/3) sui requisiti minimi di sicurezza richiesti per l’estrazione di idrocarburi (o gas di scisto) tramite procedimento di fracking

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Nonostante le prime attività estrattive di questo tipo risalgano alla fine degli anni '40, gli studi in merito al loro impatto sulla salute umana sono abbastanza recenti e il dibattito è ancora aperto un po' ovunque. A questo proposito, citiamo il risultato di alcuni studi condotti in Nord America.
Nel 2011, il Cdc (Center for disease control) ha riscontrato un aumento dei casi di tumore al seno nelle sei contee del Texas più interessate da questo tipo di attività estrattiva. L'Università del Massachusetts, nel 2012, ha pubblicato un rapporto secondo il quale l'estrazione di gas di scisto causerebbe seri problemi alla salute; nello stesso anno l'Università del Colorado ha trovato un probabile collegamento tra le operazioni di fracking e il peggioramento delle condizioni di salute della popolazione residente nel raggio di mezzo miglio dal luogo di trivellazione.
Pare poi che le operazioni di fracking possano indurre un aumento dei fenomeni sismici nelle aree soggette a trattamento. Iniettare acqua e solventi ad altissima pressione ed a grande profondità, infatti, causerebbe la frattura degli strati rocciosi per alcune miglia, il che potrebbe anche provocare movimenti delle faglie. Questo tipo di addebiti non è mai stato provato, tuttavia si sono riscontrati numerosi eventi sismici di bassa entità anche in aree tradizionalmente non esposte a fenomeni tellurici, come il Regno Unito, ed è ragionevole pensare che possano verificarsi eventi anche più gravi in quelle aree di per sé esposte ai terremoti.

OPINIONI DISCORDANTI
Come si è detto, in Europa l'attività di fracking è giunta accompagnata da polemiche di ogni genere e il dibattito è oggi assai vivace. C'è chi pensa che, per quanto presenti in varie parti del territorio europeo, i giacimenti di gas di scisto non siano paragonabili, per ricchezza ed estensione, a quelli rinvenuti e sfruttati nel Nord America. Questo tipo di attività, dunque, non consentirebbe ricavi economicamente rilevanti. D'altra parte, c'è chi ritiene che le risorse energetiche ricavate in questo modo possano aiutare a risollevare la situazione di alcuni paesi europei.
Il premier britannico David Cameron, ad esempio, ha dichiarato in un'intervista al Daily Telegraph che l'attività di fracking può costituire una reale opportunità di sviluppo economico, in grado di garantire migliaia di posti di lavoro.
A dispetto di queste visioni ottimistiche, alcuni Paesi europei, come i Paesi Bassi, la Francia e la Bulgaria, hanno pensato di proibire l'utilizzo di queste tecniche estrattive e le vibrate proteste delle associazioni ambientaliste sono piuttosto frequenti in tutta l'Unione.

GLI INTERVENTI DI PREVENZIONE

Dopo aver introdotto un paio di emendamenti alla direttiva 2011/92/Ue sulla valutazione dell'impatto ambientale, nel tentativo di tracciare una prima regolamentazione sullo sviluppo dei programmi esplorativi e sull'estrazione degli idrocarburi non convenzionali (come vengono anche definiti i gas di scisto), l'Unione Europea giunge ora a fornire indicazioni, per mezzo di una raccomandazione ufficiale della Commissione.
In base ad essa, qualsiasi attività di fracking va preceduta da un'accurata valutazione dell'impatto ambientale, in osservanza del disposto delle direttive europee in tema di protezione dell'ambiente, e in particolare delle direttive 2001/42/CE e 2011/92/Ue. Gli operatori sono così tenuti a effettuare una stima del rischio potenziale che l'attività di frattura idraulica può comportare (dalla fuoriuscita accidentale di sostanze inquinanti, al trasporto dei fluidi estratti, alla sismicità).
La scelta del sito da trivellare, inoltre, deve essere fatta in modo che non sia possibile contaminare le falde acquifere sotterranee o provocare danni di qualunque tipo alle proprietà ed installazioni circostanti.
La raccomandazione contiene anche indicazioni circa le caratteristiche degli additivi chimici da iniettare e l'obbligo di applicare le disposizioni della direttiva 2004/35/ CE in materia di responsabilità ambientale a tutte le attività che si svolgono presso l'installazione utilizzata, comprese quelle che non rientrano ancora nel campo di applicazione della direttiva stessa.
A questo proposito, gli esercenti l'attività di fracking dovranno fornire una garanzia finanziaria o uno strumento equivalente dunque una cauzione, una polizza di credito o una copertura assicurativa), prima dell'inizio dell'attività estrattiva. Gli Stati membri, che conservano la facoltà di emanare norme eventualmente più severe a livello locale, sono invitati a mettere in atto i principi contenuti nella raccomandazione entro il termine di sei mesi, a partire da dicembre 2014, e a informare annualmente la Commissione circa le misure adottate.

DUBBI SULL'ASSICURABILITÀ DELLE ATTIVITÀ DI FRACKING
Comunque sia, nel comparto assicurativo cresce il timore che questo fenomeno possa avere ricadute drammatiche sul piano della salute pubblica e della tutela ambientale.
Se da una parte, infatti, sembrano presentarsi delle opportunità interessanti sotto il profilo economico ed è possibile prevedere uno sviluppo nella vendita di prodotti assicurativi per la protezione del territorio e della popolazione, dall'altro dobbiamo ammettere che le nostre conoscenze sull'impatto reale di questo tipo di tecniche estrattive sono insufficienti a determinare una posizione chiara in merito all'assicurabilità di queste attività.
Perciò, nonostante in tutto il mondo si parli di fracking da anni, possiamo ancora considerare questo fenomeno come uno dei tanti rischi emergenti, i cui sviluppi dovremo monitorare attentamente negli anni a venire, per evitare che assumano quelle caratteristiche di imprevedibilità e incontrollabilità che li renderebbero di fatto impossibili da sottoscrivere.

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