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La Consulta boccia l'obbligatorietà della mediazione

L'eccesso di delega legislativa alla base della decisione

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La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale, per eccesso di delega legislativa, il carattere obbligatorio della mediazione. Le motivazioni della decisione della Consulta verranno depositate nelle prossime settimane.

Le reazioni - Governo e politica

Il ministro della Giustizia, Paola Severino, prende atto e sottolinea come la bocciatura della Consulta riguardi in realtà una delega prevista e introdotta dal precedente governo. Noi con gli avvocati - ha aggiunto - stavamo già ragionando sul tema della mediazione. Iniziava a funzionare, devo dire, ma secondo me gli istituti funzionano soprattutto attraverso la pratica. Rimane comunque la mediazione di carattere facoltativa - ha fatto notare Severino - vuol dire che punteremo molto sugli incentivi". Perché l'obiettivo è "formare la mentalità, la cultura, e formarla comunque attraverso il dialogo, come stiamo cercando di fare con le rappresentanze delle avvocature".

Di parere opposto il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli (Pdl). "Accolgo positivamente la sentenza della Corte Costituzionale - ha detto - che ha dichiarato l'illegittimità per eccesso di delega del decreto legislativo nella parte in cui era previsto il carattere obbligatorio della mediazione. Allorchà la commissione Giustizia fu chiamata al riguardo espresse parere nettamente contrario proprio per l'eccesso di delega ora sanzionato dalla Corte Costituzionale".

Avvocati 

''E' una bella giornata, all'indomani di una grande manifestazione che ha visto sfilare molte migliaia di avvocati per le vie di Roma, che chiedevano a gran voce di modificare un sistema fallimentare nei risultati, oltretutto con uno scarso gradimento tra i cittadini, e incostituzionale''. Contro la mediazione anche il presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura, Maurizio de Tilla, che commenta l'accoglimento da parte della Corte Costituzionale del ricorso presentato dall'Oua e da diversi Ordini e associazioni forensi contro la mediazione obbligatoria. De Tilla chiede al ministro della Giustizia, Paola Severino di ''tener conto di questa decisione e avviare un dialogo aperto e a tutto campo sulle proposte dell'avvocatura, che ha sempre ragione quando invoca il rispetto della Costituzione''. L'obbligatorietà e i costi alti - ha continuato - costituivano un meccanismo perverso che, oltre che limitare l'accesso alla giustizia, avviava un processo di privatizzazione di un diritto sancito dalla nostra Costituzione. Questo sistema - denuncia De Tilla - ha solo alimentato un mercato 'drogato' di scuole di formazione per mediatori e di società di conciliazione nate ad hoc, senza i dovuti criteri di qualità".

Consumatori 

Francesco Tanasi, segretario nazionale del Codacons, annuncia invece una class action per tutti i cittadini che sono stati obbligati, in molte materie, prima dell'avvio del procedimento e anche in corso di causa, a fare ricorso all'istituto della media conciliazione, sopportando perciò enormi aggravi di spese e di tempo.

"Non abbiamo mai nascosto la necessità di intervenire per correggere la legge sulla mediazione in più punti, leggeremo con enorme interesse le motivazioni della Corte Costituzionale e restiamo convinti della necessità di inserire nel nostro ordinamento un sistema di tutele che non sia solo giurisdizionale". Anche Liliana Ciccarelli, responsabile settore conciliazioni di Cittadinanzattiva, si unisce al coro di chi plaude alla decisione della Consulta, ma ricorda comunque che "l'Europa considera lo sviluppo degli strumenti di conciliazione uno dei pilastri per contenere la crisi e rilanciare lo sviluppo e la crescita del mercato unico. Non perdiamo di vista questo contesto e lavoriamo per dare al Paese risposte moderne per garantire anche un servizio giustizia efficiente. La sentenza cade proprio in un momento in cui si cominciavano a leggere i primi segnali incoraggianti del ricorso alla mediazione. I cittadini richiedono uno strumento di tutela in più non uno in meno."

Il Movimento Consumatori chiede però al Governo "un decreto legge che non interrompa gli effetti della normativa in vigore", sottolineando che "un'interruzione comporterebbe il ritorno al caos nella gestione delle pratiche e un problema di nostra credibilità all'estero dove lo strumento dà, da tempo, ottimi risultati in termini di semplificazione dei contenziosi". L'associazione chiede quindi che venga garantita la continuità a uno strumento (quello della mediazione civile obbligatoria) che ha dimostrato di funzionare in termini di snellimento dei tempi e dell'iter della giustizia.

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