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Previdenza, Trieste guarda a Pechino

Secondo quanto riportato dalla Reuters, il gruppo Generali e altri player sarebbero in contatto con il governo cinese per entrare nel mercato delle pensioni private

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Il gruppo Generali sarebbe interessato a fare il proprio ingresso nel promettente mercato previdenziale cinese. È quanto rivela l’agenzia Reuters, citando alcune fonti vicine al dossier secondo cui ci sarebbero diversi gruppi assicurativi in fase di trattativa preliminare con le autorità della Cina per entrare nel settore della previdenza privata del gigante asiatico. Un business che vale 1.600 miliardi di dollari. La Reuters, oltre al Leone di Trieste cita anche il gruppo Prudential Plc, il gruppo Aia di Hong Kong e Manulife Financial.
Pechino il mese scorso ha dato il via libera alla prima joint-venture estera (tra Standard Life Aberdeen e Tianjin Teda International) attiva nel settore della previdenza privata. Due delle fonti citate dalla Reuters spiegano che la Cina sta conducendo progetti pilota, che coinvolgono imprese straniere, in tre province del Paese.
I gruppi assicurativi stranieri si troveranno a competere con le otto compagnie già attive nel settore della previdenza privata cinese, player che presidiano un mercato potenzialmente molto redditizio, dove la popolazione con più di 60 anni è destinata a salire a 250 milioni entro il 2020.
Intervistato dalla Reuters, Rob Leonardi, Asia regional officer di Generali, ha parlato di progressi dovuto alla riforma delle pensioni in Cina. “Se questa tendenza continua – ha spiegato – possiamo aspettarci che altre società con capitale straniero esprimano ulteriore interesse nei prossimi mesi”. Generali, tuttavia, non ha voluto fornire dettagli sui suoi piani per il mercato cinese.
Gli asset pensionistici cinesi, comprese quelle gestite dallo Stato, sono cresciuti del 20% nel 2017 a 11 trilioni di yuan (1,26 trilioni di sterline) e, secondo quanto riferito da un report di Kpmg pubblicato quest’anno, dovrebbero quadruplicare entro il 2025.
Anche Willis Towers Watson, citata dalla Reuters, ha sottolineato l’enorme potenziale del mercato previdenziale cinese, che tra le principali economie mondiali, ha uno dei più bassi rapporti tra le rendite pensionistiche dei dipendenti privati e il Pil: 1,5%, enormemente distante dal 120,5% del Pil degli Stati Uniti e oltre il 130% dell’Australia.


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