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Axa fa luce sui rischi del futuro

La compagnia ha realizzato un’indagine che, a fianco delle più discusse minacce emergenti, cita un “sorvegliato speciale”

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L’Emerging Risk Survey 2017 di Axa traccia un quadro dei rischi emergenti dei prossimi 5/10 anni, con il duplice obiettivo di fornire una guida su come evolveranno quelli più noti ma anche individuare quelli forse sottostimati.  Si tratta di tematiche caratterizzate da una grande incertezza che deriva dalla mancanza di dati storici e dalla concreta possibilità che i continui cambiamenti tecnologici, socio-politici e normativi creino discontinuità nel loro sviluppo non prevedibili allo stato attuale. 

Per il terzo anno consecutivo nell’analisi della compagnia – e analogamente a quanto abbiamo visto in altre ricerche settoriali - i rischi ambientali sono al primo posto. Globalmente, le zone più minacciate sono quelle costiere, come l’Asia sudorientale, l’Africa occidentale e il sudest degli Stati Uniti, esposte a monsoni, tifoni e tsunami, e il fatto che queste aree siano soggette a una rapida crescita dell’urbanizzazione mette a rischio un numero di persone sempre più alto. E’ una situazione che richiede l’intervento sia delle autorità pubbliche sia del settore privato, che sono chiamati a collaborare nel regolamentare la costruzione in queste zone. 

Il secondo posto della classifica è appannaggio delle problematiche del settore tecnologia e innovazione. Secondo Victoria Melvin, head of research di Axa group security, non è del tutto corretto definire queste minacce come emergenti: “I cyber risk esistono sin dalla creazione di Internet e difficilmente si possono qualificare come emergenti. Ma per quanto riguarda le definizioni del settore assicurativo, il cyber risk lo è: è ancora poco capito e semplicemente noi non abbiamo abbastanza informazioni storiche per essere in grado di definire i prezzi con i metodi di pricing tradizionali”. Strettamente relazionato al secondo classificato è il terzo: si tratta dei rischi collegati all’intelligenza artificiale. E’ una categoria che tocca diversi ambiti, tutti accomunati del problema della sicurezza dei dati e dei device. Non si tratta solo del moltiplicarsi delle informazioni in rete e dei dispositivi che le condividono: le perplessità si intensificano perché la loro gestione viene affidata a sistemi in grado di prendere decisioni autonome, sulla cui affidabilità restano dubbi derivanti dalla mancanza di esperienze.  

Obiettivo dell’indagine, come detto, era anche individuare eventuali “punti oscuri”, rischi che non compaiono nei primi posti ma che secondo gli intervistati hanno un potenziale preoccupante, che richiede un monitoraggio più attento. Da quest’analisi secondaria è emersa l’importanza dei rischi per la salute, dalle pandemie alla resistenza agli antibiotici, fino all’utilizzo delle tecnologie nell’ambito medico sanitario. 

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