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La finanziarizzazione degli stranieri in Italia

Il numero crescente che si stabilisce in modo definitivo nel nostro Paese incide in maniera importante sul Pil e sul bilancio finanziario statale: un target con esigenze precise, che spesso non trovano risposta nei prodotti bancari e assicurativi standard

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L'immigrazione sta diventando un fenomeno sempre più importante nella nostra società e il primo elemento rilevante a conferma è dato dal peso degli stranieri residenti sul totale della popolazione complessiva: nel 2012 gli immigrati rappresentavano il 7,4% degli italiani, raggiungendo quasi i quattro milioni e mezzo di persone (dati Istat, Annuario statistico italiano 2013). Sempre da un punto di vista demografico, va inoltre sottolineato che la componente migratoria è fondamentale per contrastare l'effetto negativo della componente naturale sulla variazione della popolazione (ovvero il saldo delle nascite e dei decessi): a titolo di esempio, la crescita di mezzo punto percentuale della popolazione complessiva, registrata fra il 2011-12 si sarebbe trasformata in un decremento se si fossero considerati esclusivamente i cittadini autoctoni. Si può quindi affermare che gli stranieri garantiscono un riequilibrio della popolazione italiana. 

Ma non solo. Oltre che da un punto di vista demografico, la popolazione straniera può essere considerata una componente strutturale del nostro Paese anche in termini economici. Gli ultimi dati disponibili mostrano che, nel 2010, gli stranieri rappresentavano più del 10% dei lavoratori dipendenti e l'1%, ovvero 336 mila, erano le imprese aventi per titolare un immigrato. I dati di Unioncamere ci dicono inoltre che, nel 2008, gli immigrati hanno contribuito al Pil italiano per l'11%, hanno versato quasi 11 miliardi di euro tra contributi previdenziali e imposte e hanno dichiarato al fisco 33 miliardi di euro. 

Infine, un altro elemento da non trascurare è la rilevanza degli stranieri in qualità di attori nel sistema finanziario del nostro Paese. Secondo l'osservatorio dell'Abi e del Cespi, Osservatorio nazionale sull'inclusione finanziaria dei migranti in Italia, nel 2010 il tasso di bancarizzazione degli immigrati (possesso di conti correnti bancari e/o postali) era pari al 61%, dato sottostimato in quanto non considera il possesso di carte con Iban. Per quanto riguarda invece l'accesso al credito, emerge che, nel 2011, il 34% dei correntisti migranti risultava titolare di un prestito, con un'evoluzione particolarmente positiva rispetto all'anno precedente dei finanziamenti legati all'acquisto di case, segnale di una crescente volontà di stabilizzazione nel nostro Paese. 

I dati sopra riportati testimoniano come gli stranieri siano ormai diventati attori socio-economico- finanziari rilevanti nel nostro Paese. Una maggior valorizzazione delle risorse economiche e imprenditoriali dei migranti potrebbe costituire una leva di miglioramento e accelerazione del processo di integrazione. A tale fine, il sistema finanziario può giocare un ruolo importante, in quanto gli studi finora svolti hanno evidenziato l'esistenza di una correlazione positiva fra il livello di inclusione finanziaria e quello di integrazione.

UN TARGET CON ESIGENZE SPECIFICHE 
Ma dal punto di vista dell'offerta finanziaria e assicurativa come si stanno muovendo i player del mercato?
È evidente che, se da un lato i bisogni degli stranieri coincidono con quelli dei cittadini autoctoni (conservazione della liquidità; creazione del risparmio; bisogno di protezione dei beni, della persona e dei propri cari; acquisto di una casa e di una macchina; bisogno di far fronte a eventi imprevisti; ecc.), per altri aspetti gli immigrati hanno necessità di prodotti, servizi e assistenza specifici. Basti pensare al fenomeno delle rimesse (trasferimenti di denaro destinati ai familiari nel Paese di origine), piuttosto che alle difficoltà comunicative e di comprensione create dalla lingua, oppure ancora alle diversità dovute a motivi culturali. 

Negli ultimi anni, gli operatori bancari hanno mostrato un crescente interesse nei confronti degli stranieri, ricercando soluzioni dedicate allo specifico target. Si tratta, il più delle volte, di prodotti legati alla gestione della liquidità (conti correnti, conti deposito, libretti di risparmio e carte di debito o prepagate) i cui nomi spesso richiamano il segmento a cui si rivolgono Senza frontiere, Word, ecc. 

SUL MERCATO TENTATIVI PER PROPOSTE MIRATE 
Si differenzia dalle altre l'esperienza di uno tra i principali gruppi bancari italiani, che ha creato filiali specificatamente rivolte a particolari segmenti di clientela (cittadini stranieri, giovani e lavoratori atipici), e quella di un nuovo istituto di credito dedicato agli stranieri. Entrambe le realtà prevedono, oltre a prodotti bancari dedicati, personale multietnico per agevolare i clienti nella comprensione e acquisto dei diversi servizi. In entrambi i casi sono state inoltre avviate alcune iniziative volte a facilitare l'integrazione degli stranieri nel nostro Paese, quali ad esempio un corso gratuito sulle competenze bancarie di base, formazione a badanti, colf e baby sitter su tematiche quali la rianimazione cardio polmonare, la cura dei malati di Alzheimer, ecc. 

Sono invece ancora pochi gli operatori assicurativi che offrono soluzioni pensate specificatamente per gli immigrati; perlopiù si tratta di garanzie infortuni gravi o prestazioni di assistenza alla persona abbinate ai conti correnti dedicati e non acquistabili separatamente dall'offerta bancaria stessa. Un'iniziativa più strutturata era stata avviata nel 2006, con la creazione di una compagnia ad hoc finalizzata a soddisfare i bisogni assicurativi di specifici target, in particolare quello degli stranieri.

Tale iniziativa però ancora oggi fatica a decollare; nel 2013 la raccolta premi lorda si è attestata a poco più di 2 milioni di euro, registrando un calo del 43,5%. Un caso di successo recente fa invece riferimento al lancio, a metà 2013, di una polizza stand alone dedicata esclusivamente agli stranieri. Il prodotto, molto basico, tutela in caso di gravi infortuni e prevede alcune prestazioni di assistenza pensate ad hoc per gli immigrati (rimpatrio della salma nel Paese di origine). L'iniziativa, stando alle prime risposte del mercato, sembra aver suscitato l'interesse del target di riferimento. 

Dalle evidenze emerge quindi che il mercato assicurativo nei confronti degli stranieri sia orientato, nella maggior parte dei casi, verso l'utilizzo di un'offerta indifferenziata. Tale scelta, coerente con quella mostrata da molte compagnie anche su altri segmenti di clientela, potrebbe essere una delle cause del lento sviluppo delle assicurazioni in Italia. Come noto il mercato assicurativo è tipicamente di offerta; la targettizzazione dei prodotti potrebbe essere un valido elemento per agevolare il cliente a individuare già a priori la soluzione più adatta alle sue specifiche esigenze, senza che sia indispensabile uno stimolo esterno al bisogno di copertura, oggi quasi sempre sollecitato dalla figura dell'intermediario.


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