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Pmi, chi gestisce i rischi guadagna di più

Uno studio Cineas-Mediobanca, presentato oggi a Milano evidenzia una correlazione tra risk management e aumento del Roi

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Le imprese che hanno avviato una gestione integrata del rischio generano più profitti di quelle che non mettono in primo piano la gestione dei rischi. Così come era emerso lo scorso anno, anche nell’edizione 2017 dell’Osservatorio sulla diffusione del risk management tra le imprese italiane questa dinamica emerge in modo nitido. Lo studio, giunto alla quinta edizione, è realizzato in collaborazione tra Cineas e l’area studi di Mediobanca.
La correlazione positiva tra gestione integrata dei rischi e il Roi delle aziende “si concretizza in un terzo di ritorni in più”, ha sottolineato nel corso della presentazione della ricerca il presidente di Cineas, Adolfo Bertani. “Le aziende che utilizzano gli strumenti del risk management nei processi di governance d’impresa più globali e strategici – ha osservato – dimostrano di avere maggiore tendenza all’innovazione e le caratteristiche migliori per competere nei contesti di industry 4.0, ovvero sono in grado di cogliere il risvolto positivo dei rischi che sono le opportunità”.  Bertani ha messo in evidenza che il 25,3% delle imprese del campione presenta un sistema integrato dei rischi (il dato è in crescita rispetto al 2016 quando era del 17,2%), mentre il 47,2% ha un approccio segmentato e il 27,5% non ne dispone affatto. In termini di performance economiche si evidenzia un differenziale di Roi che supera il 30% a favore delle imprese virtuose dal punto di vista della gestione del rischio.

La classifica dei rischi


I rischi più temuti e presidiati si confermano quelli che derivano dagli obblighi di legge (la sicurezza sul lavoro al primo posto) con un aumento della rilevanza per il rischio cyber (etichetta che include sia l’attacco informatico che il mantenimento dell’integrità dei dati aziendali) - che era al terzo posto nel 2016 e all’ottavo nel 2015 - e del rischio reputazionale (che solo nel 2015 non rientrava tra i primi 10 rischi per le imprese). “Il rischio di calamità naturale appare non prioritario per le imprese ma l’aumento della frequenza sia di fenomeni atmosferici estremi, nonché il ripetersi di eventi sismici disastrosi dovrebbe influire su questa percezione” ha puntualizzato il presidente di Cineas.


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