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Sanità pubblica: necessario un intervento privato

Presentato il settimo rapporto Censis e Rbm Assicurazione Salute: nei prossimi dieci anni saranno necessari dai 20 ai 30 miliardi di euro per evitare il crack del sistema sanitario nazionale

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Crescono le inefficienze del sistema sanitario nazionale. E l’universalismo del settore sta ormai cedendo il passo a una maggior disuguaglianza nell’accesso alle cure mediche. Sono le evidenze emerse all’interno del settimo rapporto curato in materia da Censis e Rbm Assicurazione Salute, presentato oggi, in occasione del Welfare Day, negli spazi di Palazzo Colonna a Roma.

Secondo i dati del rapporto, i tempi di attesa per le visite mediche si stanno allungando. E, contestualmente, sta aumentando il numero di persone che decide di ricorrere a strutture private per ricevere assistenza. Il risultato è che la spesa sanitaria privata prosegue la sua costante corsa al rialzo: nel 2016 i volumi sono arrivati a 35 miliardi di euro, assumendo i tratti di una vera e propria tassa privata.

Non tutti sono comunque in grado di far fronte alle spese. Il rapporto evidenzia come, nel 2016, il 22,3% della popolazione non sia riuscito a coprire autonomamente alle spese necessarie per le cure mediche. Ben 7,8 milioni di persone sono state costrette a indebitarsi o a ricorrere a tutti i propri risparmi, mentre altri 1,8 milioni sono entrati in povertà per coprire le spese mediche.

In questo contesto, la solidità del settore sanitario nazionale appare sempre più precaria. Secondo il rapporto, nei prossimi dieci anni saranno necessari dai 20 ai 30 miliardi di euro per mantenere gli attuali standard di assistenza. Fondi che, secondo Marco Vecchietti, consigliere delegato di Rbm Assicurazione Salute, potrebbero essere liberati grazie a un maggior coinvolgimento del settore privato. Vecchietti ha, a tal proposito, portato l’esempio della Francia, dove “grazie ad un sistema di assicurazioni sociali aggiuntivo al sistema pubblico è possibile curarsi liberamente nelle strutture sanitarie che garantiscono qualità e tempi di accesso immediati”. Un sistema di questo genere, ha concluso Vecchietti, “garantirebbe finanziamenti aggiuntivi per oltre 21 miliardi di euro all’anno”.

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