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Aziende sotto la pressione di normative e supply chain

I sinistri con danni a terzi che superano il miliardo di dollari d'indennizzo stanno diventano sempre più comuni. Questo perché le norme sono più rigide e la produzione più complessa ed esposta ai rischi. Il rapporto di Agcs

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Cadute di oggetti, inciampi, scivolamenti a causa di disattenzione o imperizia, oppure difetti di produzione o di costruzione di un manufatto, un utensile o un’opera sono le cause principali dei danni a terzi per le aziende italiane. La prima categoria pesa per il 16%, mentre la seconda per il 15%. 

Tuttavia, c’è una particolarità: "il sinistro della Costa Concordia, provocato da un errore umano, è stato un incidente talmente grave da costituire da solo il 98% dei risarcimenti pagati in Italia, rappresentando un evento catastrofico tale da alterare qualunque statistica sinistri che abbia come solo riferimento il valore economico degli stessi". A dirlo è Nicola Mancino, ceo di Agcs in Italia presentando il nuovo rapporto Global claims review: liability in focus, cioè la ricerca sui sinistri globali, incentrata sulle responsabilità, redatto e diffuso da Allianz global corporate & specialty.   

Calano gli incidenti sul lavoro, nel mondo L’Italia, in questo senso, è un’unicità, nell’analisi che Allianz ha condotto su 100 mila sinistri nel mondo in più di 100 Paesi, per un valore complessivo di 8,85 miliardi di euro tra il 2011 e il 2016 che hanno causato danni a terzi per le aziende che li hanno subiti. 
 A livello mondiale, l’errore umano è molto alto in classifica: nella ricerca, le cause principali di danni a terzi per le aziende sono i difetti di produzione o di costruzione, che valgono il 23% del valore di tutti gli indennizzi; le collisioni (il 22%) e appunto gli errori umani (il 19%). In Italia, invece, al terzo posto si piazza il danno accidentale. 

Su Insurance Daily di lunedì 3 aprile, un ampio articolo sul report di Agcs. 

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