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Il potere d’acquisto resta basso

Stipendi nazionali in linea con quelli europei, ma pesa il costo della vita

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In Italia, le retribuzioni sono in linea con la media europea. Eppure, da noi i lavoratori sono più poveri che nel resto del Continente. È il paradosso tutto italiano che emerge dall’indagine Global 50 Remuneration Planning di Willis Towers Watson. A pesare, si legge nella ricerca, sono soprattutto l’alto livello di tassazione e l’elevato costo della vita: due elementi che, nei fatti, stanno provocando un crollo nel potere d’acquisto della popolazione.

Più nello specifico, considerando la retribuzione lorda annuale dei middle managers e degli entry level, l’Italia si classifica al quattordicesimo posto nella graduatoria delle prime venti economie europee. Posizioni che cambiano, e in peggio, se si analizza il dato in maniera relativa, confrontandolo al potere d’acquisto: in questo caso, gli entry level perdono una posizione, i middle manager scivolano in diciassettesima posizione.

La Svizzera si conferma il Paese con le retribuzioni più alte: gli stipendi lordi, in media, superano del 50% quelli che elargiti in Irlanda, seconda nel ranking. La popolazione elvetica gode infatti del più alto potere d’acquisto, cosa che le ha consentito di mantenere la vetta della graduatoria anche in presenza di una riduzione dei livelli retributivi nominali.

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