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Un nuovo silenzio assenso per la previdenza complementare

È la proposta avanzata dal presidente del Mefop, Mauro Marè

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Per rilanciale la previdenza complementare, il governo dovrebbe pensare a un secondo round di silenzio assenso", dove, in caso di mancata risposta, si possa iscrivere il lavoratore a un fondo: ovvero poter fare il contrario di quanto avvenuto la prima volta, con il Tfr in azienda. Questa è una della proposte del presidente di Mefop - Sviluppo mercato dei fondi pensioni, Mauro Maré, sentito alla commissione di controllo sull'attività degli Enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla funzionalità del sistema previdenziale pubblico e privato. In un sistema definito ormai "solido e condiviso", serve però "un'azione di manutenzione" a partire dal tema delle adesioni. "Un approccio obbligatorio - continua Maré - non appare, al momento percorribile né auspicabile, per le implicazioni conseguenti, soprattutto in termini di garanzie". Ecco perché è necessario giocare la carta dell'automatic enrollment, come fatto in precedenza da Stati Uniti e Regno Unito. Perché, comunque, la volontarietà dell'adesione "presenta limiti indiscutibili" che, data l'esiguità di iscritti alla previdenza complementare (27%), non sono stati certo superati.

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